C’è anche un albero di Assisi nel libro I Patriarchi del Verde. Gli alberi monumentali dell’Umbria e le loro proprietà curative, libro di Salvatore Pezzella, noto paleografo già ricercatore del Cnr.
Il libro su Gli alberi monumentali dell’Umbria, riporta il Messaggero in edicola il 18 gennaio, parte da una citazione di Hermann Hesse che assimila gli alberi molto vecchi a dei santuari della natura e che aggiunge che nulla è più bello e forte di un albero longevo, si è dedicato ad una approfondita ricerca e raccolta delle piante secolari sparse sul territorio regionale.
L’albero scelto per Assisi è la quercia dell’Eremo delle Carceri, un grande leccio secolare dove, secondo la leggenda, sarebbe avvenuta la predica di San Francesco agli uccelli (che in realtà le fonti storiche attestano essere avvenuta a Piandarca nel comune di Cannara). Gli alberi monumentali dell’Umbria suggerisce poi Poggiodomo (la quercia più antica d’Italia e il millenario noce che Pezzella indica come il più antico d’Europa), Trevi (in località Bovara c’è un olivo plurisecolare), Spoleto (una sequoia di trenta metri in viale Matteotti, e un cedro del libano a Villa Redenta), Terni (una palma cilena a Villa Palma), Stroncone (un rarissimo cerro sughera), Todi (uno dei cipressi più alti d’Italia oltre trenta metri d’altezza, che fu piantato nel 1849 nei giorni del passaggio in città di Giuseppe Garibaldi), Perugia (i lecci a San Pietro e a Santa Giuliana), Gubbio (una farnia in località Piaggiola), Città di Castello (gli abeti plurisecolari di Spagna, i cedri dell’Atlante e dell’Himalaya, a Villa Montesca).
Per ogni pianta, ne Gli alberi monumentali dell’Umbria, l’autore riporta una scheda che oltre alle informazioni, nome scientifico e volgare, descrizione, origine, curiosità e simbologia, sintetizza anche interessantissime nozioni di fitoterapia esaltando le proprietà curative delle diverse specie.
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