Il governo accelera sul Piano ripartenza e resilienza. L’Umbria punta a stare al passo e la Regione ha presentato il Recovery Plan Umbria ad associazioni di categoria e sindacati. L’idea è quella di un Umbria più verde, più digitale, più connessa. Fra i 42 progetti, nel piano anche un’Assisi senza auto. L’Umbria del dopo Covid scommette sul ’new green’, in cui il cuore verde d’Italia può ritagliarsi ’occasioni di sviluppo’, guardando al turismo sostenibile (anche in termini di infrastrutture per favorire l’incoming, a cominciare dai collegamenti con un aeroporto da sempre fragile) con i 42 “progetti strategici”, suddivisi per le sei missioni del ’Piano nazionale di ripresa e resilienza’ da finanziare con il Recovery fund.
Una grande sfida investire sul green con progetti per un miliardo e 644milioni di euro. Dove viene visto un centro di Assisi senza auto, una nuova mobilità revamping. E poi, il progetto pilota volto a fare di Assisi la prima città con il centro storico privo di auto (29 mln), i parcheggi ipogei a Perugia (10 mln), per riportare le persone a vivere in centro. Assisi figura anche nel rafforzamento degli impianti sportivi con la nuova realizzazione del Palasport di Assisi.
Il Recovery Plan Umbria – si legge nel documento presentato alle parti sociali – è anzitutto “uno straordinario volano di fiducia”. Una road map per superare le incertezze che, a causa del Covid, hanno caratterizzato questa difficilissima fase economica. Un’occasione, grazie a questa sorta di nuovo Piano Marshall che farà cadere una pioggia di fondi europei sull’Italia, l’occasione per correggere finalmente alcuni nodi strutturali (e infrastrutturali) che l’hanno fatta scivolare sempre più, a livelli di produttività, occupazione e reddito pro capite, verso i numeri del Meridione.
Fra i vari investimenti sul piatto, una quota consistente di 438milioni di euro è destinata al pacchetto-salute: 400milioni per l’edilizia sanitaria, poco più di 200milioni per il ’fondo prestiti’, e 216 milioni per il comparto ’Istruzione e ricerca’ tra cui il Polo scientifico regionale e il Centro umbro di ricerca e innovazione.
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