C’è anche un assisano, Joseph Grima, direttore artistico di Universo Assisi, tra i protagonisti di della 59esima Esposizione Internazionale d’Arte, intitolata “Il latte dei sogni”, che si aprirà il 23 aprile 2022 ai Giardini e all’arsenale di Venezia. Il titolo della Biennale di Venezia 2022, particolarmente evocativo, prende spunto da un libro di favole di Leonora Carrington: l’artista surrealista si ritrova a descrivere un mondo magico ed immaginifico, nel quale la vita viene costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e in cui è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altro da sé.
Il Padiglione dell’Uzbekistan – scrive Exibart – è intitolato “Dixit Algorizmi – Il Giardino della Conoscenza”, ed è curato da Studio Space Caviar (Joseph Grima, Camilo Oliveira, Sofia Pia Belenky, Francesco Lupia) e Sheida Ghomashchi. Il Padiglione dell’Uzbekistan – secondo Agenda Viaggi – presenta una riflessione sull’influente lavoro di Muhammad ibn Musa al-Khwārizmī, scienzato ed erudito nato e cresciuto nell’odierna citta uzbeka di Khiva. Dixit Algorizmi. Il Giardino della Conoscenza si propone di interrogare i miti e le narrazioni all’origine delle tecnologie moderne, usando la lente degli studi artistici contemporanei per esplorare le loro radici dimenticate e le inedite risonanze con luoghi, tempi e culture lontane. Il Padiglione offre interpretazioni distanti dalla tecnologia intesa come mezzo, riconoscendo la profondità e la complessità della sua storia da esplorare attraverso un ampio programma di attività pubbliche.
Al contrario di molti altri Paesi, per la Biennale di Venezia 2022 si è scelto di creare una piattaforma di scambio e dialogo, proprio per rispondere alle incertezze dei nostri tempi: nessun quadro, nessuna scultura, nessuna installazione ma un ambiente più vicino all’architettura che non all’arte, con un vertiginoso pavimento specchiante nel quale due “arene” ospiteranno nel corso della Biennale una serie di incontri dal Centro per l’Arte Contemporanea di Tashkent (CCA). Come dichiarato da Grima, appunto, l’idea è che la Repubblica dell’Uzbekistan “rappresenti un allontanamento dal paradigma classico che caratterizza la partecipazione alla Mostra Internazionale d’Arte, per cui principalmente il padiglione è inteso come un contenitore. Vogliamo che il padiglione diventi uno spazio di produzione di percezioni e scambi di idee, in cui voci eterogenee, dall’interno e dall’esterno del campo della produzione artistica, possano convergere e sovrapporsi”.
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