“Il sistema di controllo sta funzionando” e ora si può tornare, anche dall’estero, nell’Italia Sicura. Da quando il 4 maggio sono cominciare le prime riaperture non ci sono state situazioni critiche (“possiamo dirlo con relativa prudenza ma con chiarezza”, parola di premier). Il tutto fermo restando che la ritrovata socialità deve essere nel segno del distanziamento fisico e con le mascherine dove necessario, “perché “il virus non è scomparso”. E, visto che “in tutti questi mesi la bellezza dell’Italia non è mai andata in quarantena”, l’auspicio di Conte è che “Il nostro paese torni a essere la metà del turismo”.
“Ci sono alcuni Paesi che ritengono di adottare misure nei confronti di Stati che hanno una curva di contagio più elevata. Ma non vi è motivo per queste misure discriminatorie, non vorrei che l’ Italia dovesse pagare il prezzo di una grande trasparenza” mostrata sulla pandemia, ha aggiunto Conte, parlando di “decisioni discriminatorie che non ritengo accettabili”. Per quanto riguarda le misure economiche, oltre all’appello con la bellezza dell’Italia per far tornare il turismo, il premier per la seconda volta ammette che ci sono stati ritardi, e promette riforme (fiscali, ma anche col taglio dei tempi della giustizia) che diano vita a un nuovo inizio. Spazio anche alla scuola: “sicuramente a settembre si riaprirà e si tornerà alla didattica in presenza”, anticipando che i sindaci saranno in prima linea per indicare interventi per l’edilizia scolastica.
Il premier ha inoltre anticipato che “Chiederemo di partecipare sicuramente al progetto Sure e parteciperemo al progetto Bei”, anche se le somme per l’Italia che arriveranno dall’Unione Europea “non saranno un tesoretto di cui deve disporre il governo, quindi ovviamente ci sarà confronto con le opposizioni. È un piano di lungo periodo è giusto che si faccia con le opposizioni”. Ma, ha aggiunto Conte, “Questa crisi deve essere un’ occasione per superare i problemi strutturali e ridisegnare il Paese”.
Perciò offre alle opposizioni e a tutte le parti sociali un tavolo di confronto, già la prossima settimana, per elaborare un “piano di Rinascita”. È la base di lavoro da presentare all’Europa per spendere, facendo “sistema”, il “tesoretto” che arriverà dal Recovery Fund, nella speranza di ottenere risorse non esigue già quest’anno. “Superare i problemi strutturali e ridisegnare il Paese”, è il ‘titolo’ impegnativo: dall’alta velocità (senza “pregiudizi” verso un’opera come il Ponte sullo Stretto) a tasse più basse e progressive (“pagheranno tutti ma pagheranno tutti meno”, assicura), da burocrazia più snella e riforma dell’abuso di ufficio alla fiscalità di vantaggio per il Sud.
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