Sole di Carlo Sironi vince il premio European Discovery – FIPRESCI per la miglior rivelazione europea alla 33° edizione degli European Film Awards. Dopo la presentazione alla 76° Mostra del Cinema di Venezia, Sole di Carlo Sironi – una storia di maternità surrogata, l’ incontro tra una giovane che aspetta un bambino e il ragazzo che deve fingere di esserne il padre – ha partecipato a numerosi festival di tutto il mondo, raccogliendo le lodi di pubblico e critica. Il film è dedicato al padre di Carlo, Alberto Sironi, il regista del Commissario Montalbano che con Assisi aveva un forte legame, ed era stato presentato anche al Giffoni Film Festival.
“Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno preso parte a questo film, gli attori, i miei produttori. Sono davvero senza parole. Ma più di tutti, vorrei dedicare questo premio a mio padre, Alberto. Non è riuscito a vederlo, non ce l’ ha fatta. Avevamo un bel rapporto di scambio – racconta il regista al Corriere della Sera – il mio primo lavoro fu su un suo set, Il furto del tesoro , una miniserie televisiva, è strano quando tuo padre è il direttore del circo. Il nostro un rapporto che passava per la letteratura, da bambino per farmi addormentare non mi leggeva le favole ma I quarantanove racconti di Hemingway”.
“È buffo perché alla vigilia degli Efa i candidati dovevano rispondere a una serie di domande. Una era sul film che salveresti dall’Apocalisse, io dissi Fanny e Alexander di Ingmar Bergman, fu mio padre a farmi innamorare di quella storia, un uomo che fa pace con la vita. Poi mi fece scoprire l’ espressionismo di Murnau Ma non giocavamo a fare il cenacolo degli intellettuali, Alberto era anche un appassionato di calcio”. E a Repubblica aggiunge: “Alberto è una figura che ha avuto una carriera lunga e riuscita, in tanti lo hanno conosciuto. Spesso mi dicono “ho conosciuto tuo padre, tu non sai com’ era” come se l’ intimità del set glielo avesse fatto conoscere meglio di me. Avevo un legame forte e quotidiano con lui. Non parlavamo tanto di lavoro, eravamo padre e figlio, ci raccontavamo la vita, ci confrontavamo. Di Montalbano parlavamo, certo, ma meno di quanto si pensi. Era fiero che stessi girando il film da regista. Non è riuscito a vederlo prima che lo finissi, sarebbe stata la prima persona a cui l’ avrei mostrato”.
Foto in evidenza, ufficio stampa Giffoni Film Festival
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