Lo hanno trovato in un sacchetto, abbandonato, ma vivo. E hanno deciso di chiamarlo Francesco Alberto, in onore di San Francesco d’Assisi (visto che è stato trovato la sera del 4 ottobre), Alberto perché Sant’Alberto degli Abati è il patrono di Trapani ed è anche il nome del primo carabiniere che è arrivato sul posto, tra le pietre e i cespugli del comune di Paceco, appunto nel trapanese. Sono stati un contadino e sua moglie a trovare il sacchetto con il piccino. Hanno avvolto il neonato in una coperta e chiamato il 118 che a sua volta ha avvertito il 112.
Ora i militari dell’Arma hanno aperto una inchiesta per abbandono di minore e stanno cercando di risalire alla madre del piccolo sfuggito a morte certa solo perché un contadino che andava nel suo terreno lo ha sentito piangere e ha dato l’allarme. “Sta bene, pesa 3 chili ed è lungo 50 centimetri. È bellissimo ed è forte, spero da grande faccia il carabiniere”, dice Alberto Marino, vicebrigadiere dell’Arma che ha partecipato alle operazioni di soccorso.
E dalla città di San Francesco c’è chi – lo scrittore Massimo Zubboli – si è attivato per un gesto di solidarietà concreto che parta da Assisi. Come spiegato in una missiva inviata al sindaco di Assisi, Stefania Proietti, al custode del Sacro Convento, fra Marco Moroni, e per conoscenza alla redazione di Assisi News all’attenzione del direttore, Zubboli fa sapere che a suo avviso “sarebbe opportuno, visto il fatto avvenuto in una data così significativa, in cui si festeggia San Francesco Patrono d’Italia – scrive Zubboli – che l’amministrazione comunale assisana e il Sacro Convento facessero un gesto di solidarietà ispirato al nostro Santo”.
Foto in evidenza, Marcel Fagin | via Unsplash
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