Abbigliamento venduto come di pregio e made in Italy, ma è tutto falso: maxi sequestro da oltre un milione per un’azienda assisana. Ne dà notizia la Procura della Repubblica di Perugia.
I finanzieri del Comando Provinciale di Ancona hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, per un valore di oltre 1.100.000,00 euro, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Perugia nei confronti di una società di Assisi, operante nella filiera dell’importazione, produzione e commercializzazione di capi di abbigliamento, rappresentante legale di tale società risulta indagato per i reati di cui agli artt. 515 e 517 del codice penale, perché avrebbe avviato alla commercializzazione sul territorio nazionale circa 59.000 capi di abbigliamento, gran parte dei quali provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese, apponendovi etichette attestanti una falsa indicazione dei tessuti impiegati di qualità superiore rispetto a quelli reali, ottenendo così l’illecito profitto oggetto del provvedimento cautelare eseguito.
Le investigazioni condotte dalle fiamme gialle della Tenenza di Fabriano e coordinate dalla Procura della Repubblica di Perugia a seguito della trasmissione del procedimento per competenza territoriale da parte dell’A.G. di Ancona, attraverso la disamina della documentazione acquisita nel corso delle perquisizioni locali, hanno permesso di ricostruire i flussi di ingenti acquisti di capi di abbigliamento provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese, effettuate dal predetto imprenditore.
Una volta giunta la merce in Italia, è stato constatato che le etichette attestanti la effettiva composizione dei tessuti regolarmente apposte sul prodotto in ingresso sul territorio nazionale, venivano sostituite con altre indicanti una composizione dei tessuti di maggior pregio. Circa 22.000 capi di abbigliamento riportavano, altresì, la falsa attestazione “Made in Italy’. Nel corso delle indagini veniva accertata la responsabilità anche di un’altra società perugina, che partecipava attivamente alla descritta attività di produzione e commercializzazione, il cui legale rappresentante veniva indagato, in concorso, per gli stessi reati. Le società coinvolte venivano, nel contempo, indagate per gli illeciti derivanti da reato previsti ai sensi del D.Lgs. 231/2001. In fase di esecuzione del provvedimento sono stati sottoposti a sequestro preventivo quattro conti correnti bancari nonché quote di fondi d’investimento italiani ed esteri, un capannone industriale sito nel comune di Assisi e tre autoveicoli di proprietà della società. I predetti beni immobili, mobili e disponibilità finanziarie, subordinatamente all’accertamento dibattimentale, verranno sottoposti a confisca.
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