Oggi, giovedì 23 maggio 2024, ricorre il trentaduesimo anniversario della strage di Capaci dove furono uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e la scorta composta da Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Per ricordare il sacrificio di chi venne barbaramente ucciso per mano della mafia l’amministrazione comunale di Assisi in mattinata ha voluto apporre due omaggi floreali nei piazzali di Rivotorto e Palazzo intitolati ai giudici Falcone e Borsellino e alle loro scorte (a luglio oltre al magistrato morirono anche Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina).
La Città di Assisi – si legge nella nota sulle commemorazioni della strage di Capaci – intende onorare questi eroici servitori dello Stato per non dimenticare un evento terribile della storia italiana con la consapevolezza che certe tragedie, che hanno colpito al cuore il Paese, non devono cadere nell’oblio e soprattutto devono essere trasferite alle giovani generazioni. La deposizione dei fiori è avvenuta nei parcheggi di Rivotorto e Palazzo davanti alle targhe intitolate alle vittime delle stragi di mafia, sia quella che si ricorda oggi e sia quella del 19 luglio di via D’Amelio sempre nel 1992. Entrambi questi parcheggi sono vicini alle scuole e ciò ha un valore simbolico, quello di trasmettere ai giovani il ricordo di questi eroi e il valore della legalità. (Continua dopo il video – link diretto)
Il sindaco e l’amministrazione intera vollero queste due intitolazioni per non dimenticare le persone che sono state ammazzate per difendere la legalità, la democrazia, lo Stato di diritto. E il loro sacrificio deve restare un esempio per tutti, per i giovani in particolare che studieranno sui libri di scuola quella stagione nera della nostra Repubblica. Pertanto il sindaco condivide in pieno le dichiarazioni del Capo dello Stato che, nel ricordare l’attentato di Capaci, ha parlato di un attacco che la mafia volle scientemente portare alla democrazia italiana. Una strategia criminale, che dopo poche settimane replicò il medesimo, disumano, orrore in via D’Amelio.
Il presidente della Repubblica ha definito i due magistrati testimoni della legalità, invitando a mantenere alta la vigilanza e a sostenere gli “anticorpi istituzionali” e la “mobilitazione sociale” contro le mafie. L’amministrazione comunale, nel far proprie le parole del Presidente, ribadisce che non bisogna mai abbassare la guardia nei confronti della mafia e ogni forma di criminalità e che solo se, tutti insieme, politica, istituzioni, associazioni, mondo imprenditoriale, società civile, porranno alla base delle azioni quotidiane la legalità, sarà davvero possibile avviare il percorso per la liberazione dall’oppressione mafiosa.
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