Nell’ambito delle iniziative ‘diffuse’ organizzate dal Museo della Memoria, Assisi 1943- 1944, dalla Città di Assisi e dalla Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino “per non dimenticare”, si è tenuta una cerimonia in ricordo di Vittorio Rinaldi, condannato per aver issato una bandiera rossa con il simbolo di falce e martello su di una torre delle mura medievali della città e morto poco più di un anno dopo ad appena 26 anni per le ferite riportate durante l’interrogatorio dei fascisti.
Negli ultimi giorni di vita, nella consapevolezza che i suoi fratelli volessero vendicarsi, fece loro giurare che avrebbero perdonato tutti coloro che gli avevano fatto del male. Nella zona di Borgo Aretino è stata apposta una targa a 110 anni della sua nascita, voluta all’unanimità dal consiglio comunale nel 2022 a seguito
dell’approvazione di una mozione del Pd. “Siamo estremamente orgogliosi di aver potuto raccontare la storia di Vittorio – si legge in una nota dei dem – e per questo ringraziamo Umberto Rinaldi, suo nipote, che ci ha consentito di conoscere nel dettaglio molti particolari e la redazione di Assisi Mia che ha realizzato degli opuscoli sulla vicenda e ha effettuato delle ricerche approfondite per ricostruire i fatti. Le storie dei nostri compaesani, giovani e coraggiosi, rimasti vittime di un regime come quello fascista sono gli esempi più tangibili della crudeltà e la disumanità che imperversavano in quegli anni ed è nostro compito ricordarle per permettere loro di vivere nel tempo”.
La storia: Il giovane Rinaldi, figlio di Umberto, proprietario di una bottega in via Borgo Aretino dove lavorava il ferro, è stato arrestato nel 1937, a soli 24 anni, per aver issato una bandiera rossa con il simbolo di falce e martello su di una torre delle mura medievali della città in via Fonti di Mojano (nella bottega di suo papà parlava spesso di politica insieme al noto socialista assisano Artaserse Angeli). Vittorio è stato così condannato a 4 anni di confino a Latronico, in Basilicata. Dopo un anno, viene riportato ad Assisi perché molto malato. In realtà i suoi polmoni sono lesionati poiché durante l’interrogatorio era stato malmenato con dei sacchetti di sabbia. Negli ultimi giorni di vita, nella consapevolezza che i suoi fratelli volessero vendicarsi, fece loro giurare che avrebbero perdonato tutti coloro che gli avevano fatto del male. Vittorio morì il 6 dicembre 1939, a soli 26 anni.
FOTO © Mauro Berti-Gruppo Editoriale Assisi News
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