Dopo mesi di silenzio, la “dipendente infedele” del Comune di Assisi parla per la prima volta. Lo fa in un’intervista al Corriere dell’Umbria, che pubblica l’articolo utilizzando un nome di fantasia. La vicenda risale all’agosto 2017, quando la giovane fu licenziata perché, secondo la tesi accusatoria nata da un’indagine dei Carabinieri, per quattro volte sarebbe uscita prima per andare in palestra invece di lavorare. L’ex dipendente comunale rivela di aver trovato un nuovo lavoro e fornisce la sua versione dei fatti. Partendo da un ringraziamento “Ai miei genitori, ai miei avvocati e in particolare Elena Ferrara, alle persone che mi hanno assunto e con cui lavoro, e alle persone che c’erano prima e che sono rimaste al mio fianco per tutto questo tempo”.
Quanto alla vicenda giudiziaria, dalle indagini è nata una causa si è divisa in tre “tronconi”: uno è finito di fronte alla Corte Costituzionale, interpellata se sia equo pagare una mancanza di poche decine di minuti con sei mesi di stipendio. “E il danno di immagine chiesto dal Comune – spiega ‘Anna’ – è tutto da valutare. Io non ho mai parlato, mentre dal Comune sono partiti svariati comunicati, a volte con un’acredine incomprensibile”
Un secondo filone è quello di fronte giudice del lavoro, che ha proposto un accordo tra le parti, che ora stanno valutando. Il terzo (processo al via dal 13 novembre) è infine la causa penale, per l’erronea certificazione delle quattro ore. Questa è dovuta al fatto che all’ufficio turismo, dove l’ex dipendente comunale lavorava, non c’era un marcatempo e le ‘scartoffie’ venivano compilate anche giorni dopo, posto che “un fascicolo nutrito di indagini difensive” dimostra, anche con testimonianze, come nei giorni contestati la dipendente ha saltato la pausa pranzo, mangiando solo un panino e tenendo l’ufficio aperto.
Ma più che le cause, ad amareggiare Anna è “l’acredine” che il Comune sembra dimostrare nei suoi confronti, tanto più che “l’amministrazione pare avere emesso la sentenza prima dei giudici che ancora non si siano pronunciati”. E, come detto, l’ex dipendente comunale non tornerà a lavorare in Comune: “Mi hanno licenziato il 30 settembre 2017 – svela sempre al Corriere – e il 2 ottobre avevo già un nuovo lavoro”.
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