Il Tar dell’Umbria ha deciso la sospensione dell’ordinanza dello scorso agosto con cui il Comune di Assisi imponeva alle ex Fonderie Tacconi alcune misure per prevenire l’emissione dei cattivi odori da parte dell’azienda. Il Tar, ravvisando la mancanza di condizioni tali da emettere l’ordinanza (contestata peraltro dall’azienda, ndr), sospende l’efficacia del provvedimento impugnato dall’azienda e fissa per la trattazione della causa un’udienza per il 29 marzo 2022.
Nello specifico, l’ordinanza imponeva di intervenire nel sistema di produzione stesso attivando, entro un termine massimo di 60 giorni, una serie di prescrizioni. Nello specifico, “di rimuovere alla fonte dette sostanze dal ciclo produttivo” e, laddove questo sia impossibile, di predisporre “sistemi di abbattimento e/o aspirazione con successiva filtrazione nei punti di liberazione delle sostanze in questione al fine di impedire che all’esterno del sito produttivo si producano concentrazioni aeree superiori a quelle definite da Arpa come soglia di rilevamento olfattivo”. Infine, l’ordinanza stabiliva che le fonderie di Assisi debbano predisporre un “sistema di monitoraggio delle sostanze volatili in questione in prossimità del perimetro esterno dell’azienda stessa, trasmettendo e settimanalmente i risultati sia alla Usl 1 che all’Arpa”.
E il Comitato Via Protomartiri Francescani di Santa Maria degli Angeli”, letta l’ordinanza cautelare del Tar Umbria, emessa il 24 novembre 2021 nel giudizio di impugnazione dell’ordinanza contingibile e urgente del Sindaco di Assisi, va all’attacco: “Una sospensione prevedibile, ma ci chiediamo cosa oggi Regione e Comune stiano facendo per attuare la delocalizzazione dello stabilimento delle Fonderie F.A. Assisi, tanto sbandierata in campagna elettorale”.
“Una risposta la pretendiamo e con sollecitudine, perché sopportare giorno e notte folate di puzza e vedere depositata sui nostri terrazzi e cortili polvere scura, provenienti dall’impianto delle fonderie, ci sta portando al tracollo psichico, anche questo è un grave danno sanitario. Peccato che nell’ordinanza del TAR leggiamo che l’ASL, dopo non aver motivato con dovizia tecnica e scientifica l’ordinanza contingibile e urgente firmata dal Sindaco Proietti Stefania, ha pure depositato in ritardo le memorie difensive e i documenti. Cosa dobbiamo pensare innanzi a tanta leggerezza difensiva della pubblica salute e abbandono della promessa delocalizzazione? La risposta è retorica”, conclude la nota sulle ex Fonderie Tacconi.
Sul tema arriva anche l’intervento del consigliere regionale M5S Thomas De Luca. “La Regione batta un colpo sulla delocalizzazione delle ex Fonderie Tacconi di Assisi. Che fine ha fatto l’impegno preso dalla giunta regionale dopo la mozione proposta dal Movimento 5 Stelle e che era stata accolta all’unanimità dall’assemblea legislativa? La tutela del territorio e del connubio tra attività produttive e diritto alla salute non si persegue a colpi di slogan elettorale. Riteniamo inaccettabile il baratto tra occupazione e tutela dei cittadini. Allo stesso modo è inqualificabile il lassismo della giunta regionale sulla questione che riguarda la delocalizzazione delle ex Fonderie Tacconi. Siamo al fianco dei cittadini e della sindaca Proietti che raccogliendo tempestivamente il grido di allarme di abitanti, associazioni e comitati di cittadini, aveva emesso un’ordinanza a seguito dei rilievi dell’Arpa. Sulla scia di quella che è diventata nel corso degli anni una vera e propria emergenza, abbiamo presentato una mozione che era stata votata all’unanimità da tutta l’assemblea”.
“Addirittura – ricorda De Luca – il capogruppo della Lega in consiglio regionale, Stefano Pastorelli, parlò di un dossier consegnato direttamente nelle mani del Ministro allo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Che fine ha fatto l’impegno della Regione Umbria ad avviare quel percorso necessario a verificare la fattibilità di un programma di sviluppo che prevedesse il trasferimento delle attività in altro sito più idoneo? La giunta parla di sostenibilità ambientale, di moderne tecnologie per sostenere il nuovo corso delle attività produttive realizzate, di salvaguardia e crescita dei livelli occupazionali. Ma più che obiettivi sembrano solo belle parole per gettare fumo negli occhi. Da anni conduciamo questa battaglia per il territorio di Assisi e per i suoi abitanti, nell’indifferenza totale della Regione. Una situazione divenuta ormai insostenibile a poche centinaia di metri dalla basilica di Santa Maria degli Angeli. Il diritto alla salute non può essere portato avanti solo a colpi di slogan”.
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