Compivano furti al supermercato, minacciavano gli impiegati della struttura, arrivando persino a vandalizzare le loro auto. Per questo undici persone – tra cui due minori non imputabili – sono state indagate dai poliziotti del Commissariato della Polizia di Stato di Assisi di Assisi (diretto dal vicequestore aggiunto Francesca Domenica Di Luca), che dopo una lunga e articolata indagine hanno smantellato un sodalizio criminale dedito al compimento di furti pluriaggravati perpetrati, abitualmente, presso un grande magazzino di Bastia Umbra.
Nove in totale i denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale, componenti di un nucleo familiare allargato e stabilmente conviventi; segnalati al Tribunale per i Minorenni anche due minori, non imputabili. Tre le persone arrestate, tre donne di 37, 30 e 21 anni già note alle forze dell’ordine: nei primi due casi, La 37enne dovrà rispondere anche del reato di minaccia grave e di aver commesso i furti al supermercato in violazione delle prescrizioni imposte con la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno alla quale era sottoposta come quella “di vivere onestamente”, di “rispettare le leggi” e di” non associarsi abitualmente alle persone che hanno subito condanne”. La 30enne dovrà rispondere altresì dell’aggravante di aver commesso i furti durante il periodo in cui la stessa era ammessa ad una misura alternativa alla detenzione in carcere, durante il permesso di assentarsi “per provvedere alle esigenze di vita propria e della prole”. “Tali aggravanti – scrive la Polizia – hanno dimostrato ancor più la totale protervia e pervicacia nella commissione di tali reati, in disprezzo assoluto delle regole e delle limitazioni imposte loro”.
L’indagine degli agenti assisani si è avviata a seguito delle numerose chiamate al 113 e dei relativi interventi delle Volanti per i furti lamentati dalla attività commerciale e si è sviluppata prevalentemente con il supporto dell’analisi della videosorveglianza. Questa complessa attività ha dapprima individuato, con sufficiente chiarezza, l’intera dinamica di 14 furti al supermercato; poi, con i tradizionali strumenti investigativi, ha permesso ai poliziotti di individuare con certezza i protagonisti, incastrando i responsabili delle condotte criminose alle rispettive responsabilità penali.
Al termine, dal quadro probatorio a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, sono emersi gravi indizi di colpevolezza in capo agli indagati che non solo avevano ormai negli anni sviluppato un consolidato modus operandi ma anche conseguito un forte senso di impunità. La pluralità dei furti commessi, l’utilizzo di minori, le minacce e le condotte intimidatorie usate contro i dipendenti, talvolta impotenti o intimoriti, ne hanno evidenziato la loro forte pericolosità sociale.
In ragione delle evidenti esigenze cautelari in ordine al pericolo di reiterazione del reato, il G.I.P., su richiesta della Procura della Repubblica, ha quindi emanato tre ordini di custodia cautelare, da scontare in regime di arresti domiciliari, per le tre donne, che dovranno rispondere dei reati di furto pluriaggravato dalla circostanza di essere stato commesso con destrezza, da tre o più persone e avvalendosi di persona minorenne. Gli agenti sottolineano come tutte le donne fossero tutte legate da stretti vincoli con il capofamiglia, essendone la convivente, la nuora e la figlia, già note alle Forze dell’Ordine per i loro numerosi precedenti penali.
I furti al supermercato, come rivelato dalle stesse immagini visionate, erano caratterizzate dalla particolare destrezza e abilità nell’occultamento della refurtiva. Gli adulti si avvalevano dei minori per sfruttarne la loro non imputabilità e la loro più spiccata agilità e dinamicità nell’operare; in alcune occasioni, i minori prelevavano la merce e la posizionavano vicino all’ingresso così, una volta oltrepassata la barriera delle casse, prendevano quanto già asportato per poi fuggire via. Una di loro si serviva persino della carrozzina con all’interno il proprio figlio neonato per occultarvi gli oggetti rubati. Più spesso i minori ben collaboravano con eguale destrezza a fornire uno scudo di protezione agli adulti mentre occultavano la merce all’interno delle proprie borse personali o indosso a loro stessi oppure più semplicemente fungevano da sentinella.
Gli indagati, riuscivano a superare indenni le casse, favoriti dal fatto che sceglievano prodotti non protetti dal sistema di antitaccheggio, senza pagare nulla; a volte, per destare meno sospetti, si limitavano a pagare merci di piccolo costo. Il grande magazzino era diventato per gli indagati un luogo dove potersi muovere liberamente e indisturbati, anche grazie alle condotte intimidatorie attuate nei confronti dei dipendenti, talvolta terrorizzati dalle minacce ricevute. Di certo erano esasperati e talvolta impotenti difronte a ciò che accadeva sotto i loro occhi quotidianamente.
Oltre ai furti al supermercato, diversi anche gli atti vandalici ai loro danni: residui di vomito e sporcizia trovati sulle maniglie e sui cofani delle proprie auto parcheggiate nelle aree antistanti il negozio; in qualche caso sono state danneggiate scaraventandovi un carrello della spesa. In un’occasione, mentre i minori venivano bloccati nell’esercizio commerciale perché stavano commettendo un furto, gli adulti della famiglia si sono presentati minacciosamente fuori dal negozio. Proseguirà l’attività di vigilanza da parte degli agenti assisani per verificare se, con l’operazione di polizia giudiziaria, si siano concluse le continue depredazioni in danno della attività commerciale.
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