Serviva caffè e bevande invece di sorveglianze che nelle sale delle videolottery non giocassero minorenni – cui è vietato il gioco d’azzardo; e nonostante gli fosse stato ingiunto con formale diffida di chiudere la porta comunicante tra bar e sale slot, la porta era ancora lì, bloccata, e il rappresentante era, ancora una volta, dietro il bancone del bar e le sale completamente prive di controllo. Un caso di possibile gioco illegale per i minorenni, e per questo un 71enne, titolare di due licenze, è stato denunciato per aver violato le prescrizioni relative alla sorveglianza delle due sale videolottery e per la suddetta totale assenza di controllo delle stesse. Il questore della Provincia di Perugia, alla luce del grave e perdurante pericolo per la sicurezza del gioco e delle accertate violazioni alle prescrizioni in licenza, ha sospeso i due titoli autorizzatori per sette giorni.
A scoprire le irregolarità gli agenti della polizia di Stato di Assisi agli ordini del vicequestore aggiunto Francesca Domenica Di Luca, nell’ambito di una serie di servizi straordinari di controllo disposti a livello provinciale dal Questore della provincia di Perugia anche riguardo al delicato ambito della prevenzione e repressione del gioco illegale, per garantire la sicurezza e la tutela dei minori. In totale sono stati controllati 30 esercizi – da Carabinieri, guardia di finanza, Questura e commissariati, con la partecipazione dell’Agenzia Dogane e Monopoli.
Passati al setaccio bar, esercizi commerciali di rivendita tabacchi e di ricevitoria, circoli privati, esercizi dedicati VLT/slot, agenzie scommesse, sale giochi, corner e i cosiddetti PVR, ovvero punti vendita ricarica, attività, quest’ultime, che reclutano giocatori per siti di scommesse sportive. Come detto a Santa Maria degli Angeli gli agenti hanno trovato e identificato numerosi avventori, rilevando, però, l’assenza del responsabile di sala, ovvero del titolare della licenza, di un suo rappresentante o preposto.
Fondamentale risulta la presenza di tale figura per legge, in quanto ha il delicato e primario compito di garantire lo svolgimento in sicurezza del gioco all’interno dei locali e di controllare gli accessi. Per i minorenni, difatti, il gioco d’azzardo – lo si ricorda – è proibito. Tuttavia, mentre gli avventori erano intenti a giocare nelle sale non sorvegliate, il rappresentante del titolare delle licenze si prodigava a servire caffè e bevande dietro il bancone del vicino bar adiacente.
A rendere le sale ancor più esposte al rischio di accessi incontrollati, la presenza di una porta (ovviamente non autorizzata ed autorizzabile) comunicante tra il bar e una delle due sale, che di fatto consentiva un passaggio promiscuo e non controllato tra gli avventori del bar e quelli di una sala VLT. Il controllo è stato ripetuto dagli Agenti del Commissariato P.S. di Assisi tre giorni dopo, per verificare che la porta comunicante tra i due locali fosse stata chiusa, come richiesto con formale diffida. La porta era stata bloccata, ma il rappresentante era, ancora una volta, dietro il bancone del bar e le sale completamente prive di controllo.
Preso atto della reiterata mancanza, il titolare delle 2 licenze, un uomo classe 1950, è stato denunciato in stato di libertà, ai sensi dell’art 17 TULPS, per aver violato le prescrizioni relative alla sorveglianza delle due sale VLT e per la suddetta totale assenza di controllo delle stesse. Il Questore della Provincia di Perugia, alla luce del grave e perdurante pericolo per la sicurezza del gioco e delle accertate violazioni alle prescrizioni in licenza, ha proceduto alla sospensione dei n.2 titoli autorizzatori per l’esercizio delle predette attività di VLT, entrambe per giorni 7.
Alle 17.39, la Questura di Perugia comunica che “In relazione al C.S. riguardante: Assisi – controlli al gioco illegale, delle ore 14:38, si specifica che l’immagine allegata al comunicato trattasi di foto di repertorio e non assolutamente riferita al locale sanzionato”. Per evitare fraintendimenti, AssisiNews ha comunque cambiato l’immagine in evidenza, cancellando dal suo archivio quella del locale “incolpevole”.
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