Potrebbe essersi suicidato dopo un mese di detenzione in un centro per immigrati il 56enne Gianluca Stafisso, umbro originario di Castelnuovo di Assisi e residente nel perugino, che da anni viveva in Giappone e che da un paio d’anni non era più in regola con i documenti per l’immigrazione.
Secondo i media giapponesi ripresi da quelli settimana scorsa l’uomo era stato trovato disteso sul pavimento della propria stanza, privo di sensi. Soccorso e trasportato in ospedale, è morto circa due ore dopo. Il suo decesso e la sua identità è stato confermato e svelata dall’Ansa dal ministero degli Esteri il cui personale stava fornendo l’assistenza legale necessaria per riportarlo in patria.
Secondo le prime informazioni l’uomo il giorno dopo il suo fermo era stato visitato dal capo cancelleria del consolato che si è recato all’Ufficio di immigrazione di Shinagawa offrendo l’assistenza legale al fotografo perugino. Secondo quanto riferito dal ministero degli Esteri all’Ansa, l’ambasciata ha offerto supporto legale a Gianluca Stafisso, seguendo costantemente il caso per concordare una eventuale procedura di rimpatriato.
L’uomo aveva raccontato la sua storia in una serie di video, raccontando di un riparo di fortuna sotto lo Mutsumi Bridge a Fussa City, Tokyo. Una serie di disavventure avrebbero portato la violazione delle legge giapponesi sull’immigrazione che lo ha portato a essere detenuto al centro di Shinagawa. Sul corpo dell’uomo sarà svolta l’autopsia, per confermare l’ipotesi della morte da suicidio per folgorazione.
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