Per l’ottavo anno consecutivo la piscina comunale di Assisi resterà chiusa. A segnalarlo un articolo del Corriere dell’Umbria, che ripercorre la travagliata storia dell’impianto natatorio, “provocando” la risposta dell’amministrazione comunale. In estrema sintesi, il quotidiano ricorda come dopo anni di incuria, la giunta guidata da Ricci prima e Lunghi poi, nel 2015, aveva speso 200.000 euro per ridurre la vasca della piscina comunale di Assisi (ma tutto il resto del complesso era rimasto inagibile). Nell’estate del 2016 era stato svolto un intervento di emergenza, ricorrendo al riempimento della vasca per evitarne la rottura, e poi all’acquisto del telo di copertura per prevenire un uso incontrollato della piscina, investendo poi qualche migliaio di euro nella riqualificazione di spogliatoi e bagni ad oggi utilizzati dalle società calcistiche che frequentano lo Stadio degli Ulivi.
Da allora, si è passati prima all’idea (anno 2017) di bussare alla Regione e ai privati (con l’idea di partecipare a un bando dell’Istituto di credito sportivo, e anche a quello dell’Anci relativo alle strutture sportive) per un progetto che, oltre alla riqualificazione della piscina comunale di Assisi, avrebbe dovuto prevedere anche una copertura (rimovibile) della vasca per un utilizzo allargato ai 12 mesi dell’anno. Nel 2018 l’idea di una riqualificazione light, da attuare con 400.000 euro. Nel 2019 di nuovo un mega-progetto. In questo 2020, scrive invece il quotidiano, solo silenzio, anche considerando che le priorità sono altro.
Secondo la nota dell’amministrazione comunale di Assisi, la giunta Proietti ha commissionato uno studio tecnico strategico per la rifunzionalizzazione e la valorizzazione del complesso sportivo Stadio degli Ulivi e della piscina comunale di Assisi. Oltre 70 pagine di progetto sono state redatte dall’architetto Stefano Stanghellini, che analizzano la situazione attuale, che come è noto, risale a quasi dieci anni fa, da quando cioè la piscina è stata chiusa. Vari tentativi di ristrutturazione si sono succeduti negli anni, ma senza un approfondimento tecnico sul futuro del complesso che quando fu realizzato, negli anni ’60 del secolo scorso, aveva una funzione ben precisa ed era inserito in un contesto che rispondeva perfettamente alle esigenze della popolazione dell’epoca”.
“Ora – spiega la giunta – prima di decidere le prospettive del complesso e in particolare della piscina comunale, l’amministrazione ha optato per uno studio dettagliato che sviscerasse tutti gli aspetti e affrontasse tutte le problematiche connesse, dal contesto di riferimento alle prospettive di valorizzazione, all’analisi della domanda e offerta di attività e servizi alle potenzialità di sviluppo. Lo studio è propedeutico all’elaborazione delle procedure ed è stato finanziato con i proventi dell’imposta di soggiorno proprio perché la valorizzazione di quell’area potrà avere ricadute non solo sportive ma anche e soprattutto turistiche”.
Secondo la giunta, le strade individuate dal professor Stanghellini per la piscina comunale di Assisi e per tutto l’impianto sportivo sono due. Una versione light che prevede la riattivazione dell’impianto natatorio e la demolizione delle strutture in cemento armato ormai fatiscenti e non recuperabili, l’ampliamento dell’offerta sportiva con dotazioni per attività all’aria aperta e indoor, con un costo di almeno un paio di milioni di euro. E poi ci sarebbe una versione più ambiziosa che prevede un consistente ampliamento dei servizi e delle strutture, l’innesto di attività che, oltre a quelle sportive con un’offerta più ampia perchè legata al parco Subasio, spaziano da quelle culturali-ricreative a quelle dell’ospitalità.
“Ovviamente tale ipotesi – scrive la giunta – avrebbe un costo di gran lunga superiore alla prima versione.
Secondo lo studio del professor Stanghellini, entrambi i progetti prefiggono di creare un contesto che favorisce l’integrazione e la coesione sociale anche grazie all’attivismo dell’associazionismo sportivo, culturale e ambientalista. Ora questo studio è all’esame dell’amministrazione che deciderà il da farsi ma va specificato che in questi anni non si è stati con le mani in mano ma si sono instaurati rapporti con l’Istituto del credito sportivo, imprenditori e mondo dell’associazionismo. L’aspetto economico era già un fattore importante quando è stato assegnato lo studio, oggi dopo l’emergenza Covid lo è ancora di più. Sui tempi non ci possono essere speculazioni politiche perché quest’amministrazione il problema lo ha affrontato e cercherà di risolverlo in maniera sensata senza sprecare risorse per restituire alla città un bene che è di tutti”.
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