Assisi non dimentica Renzo Rosati, anche se il coronavirus ha cancellato le cerimonie pubbliche. “Il 17 aprile è trascorso il 32° anno dalla vile uccisione del nostro concittadino Medaglia d’oro al Valor Civile Vice Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri Rosati. Nell’impossibilità di ricordarlo pubblicamente ci uniamo alla mamma Ada ed al fratello Omero con una preghiera”, scrive la sezione di Assisi dell’associazione nazionale carabinieri.
Il vicebrigadiere Renzo Rosati nacque ad Assisi il 6 aprile 1962. Ultimati gli studi e conseguito il diploma di geometra, il 4 novembre 1983 si arruolò nell’Arma quale carabiniere ausiliario. Successivamente intraprese la carriera di sottufficiale, frequentando i corsi regolari presso la Scuola Marescialli dei Carabinieri di Velletri e di Firenze ove, nell’anno 1987, conseguì il grado di vice brigadiere.
Il 25 maggio dello stesso anno venne destinato, in qualità di addetto, alla Stazione Carabinieri di Castel Madama. Verso le ore 02.50, del 17 aprile 1988, durante un servizio esterno di pattuglia automontata, unitamente all’allora carabiniere Amedeo Mandara, si imbatté in due giovani a bordo di un ciclomotore che, alla vista dei militari, si diedero repentinamente alla fuga. Immediatamente raggiunti in via Della Pineta, nel corso del controllo, un malvivente esplose alcuni colpi di pistola, colpendo mortalmente il vice brigadiere Renzo Rosati.
Nel contempo, il complice aggredì il carabiniere Mandara che riuscì comunque a mettere in fuga i due giovani aggressori, reagendo con la pistola d’ordinanza. Alle prime luci dell’alba del giorno successivo i criminali, grazie al contributo prezioso del carabiniere Mandara, vennero catturati poco distanti dal luogo dell’evento, nascosti all’interno di una baracca. Per il valoroso atto venne conferita al Vice Brigadiere dei Carabinieri Renzo Rosati la Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Memoria.
© Riproduzione riservata

