Sarà processato con il rito abbreviato con l’accusa di tentato omicidio (aggravata dal fatto che il gesto è stato compiuto con premeditazione e verso un familiare) il sessantunenne che lo scorso marzo (nel 2019, ndr) ha cercato di uccidere la madre 83enne a martellate.
Il folle gesto, in realtà poi rivelatosi il culmine di mesi di liti e dissidi, era accaduto a Tordandrea di Assisi. La donna era stata operata alla testa. La donna (che dopo l’aggressione è riuscita a chiamare i soccorsi allertando uno dei parenti) aveva riportato una grave frattura alla testa con emorragia celebrale
Nei giorni scorsi l’avvocato dell’uomo, Daniele Federici, aveva ottenuto il giudizio abbreviato nel processo per tentato omicidio, previa perizia psichiatrica. Che ora ha certificato la “consapevolezza” dell’uomo all’epoca dei fatti. All’epoca dell’arresto, per tentato omicidio, il sessantenne (che si era auto-denunciato ai carabinieri convinto di aver ucciso la mamma) aveva ripercorso il rapporto burrascoso con la madre, spiegando: “Non ce la facevo più. Mia madre stava sempre peggio e io dovevo accudirla. Poi ho pensato anche a lei che avrebbe dovuto trascorrere una vita in quelle condizioni. Allora sono andato in garage, ho preso un martello e l’ho colpita con tre-quattro colpi. Lei gridava aiuto”.
Il sessantenne aveva confessato il rapporto burrascoso con la madre, sin da prima della malattia, la grande casa divisa con lei e il figlio. E aveva parlato di quell’incombenza che a lui deve essere sembrata troppo grande: accudire la madre e prendersi cura della casa. Anche se in realtà – secondo le prime risultanze delle indagini– sembra che gran parte delle mansioni le svolgesse il nipote trentenne che ieri ha trascorso la giornata accanto alla nonna alla quale è legatissimo.
L’uomo, come detto a processo per tentato omicidio, è difeso dall’avvocato Daniele Federici. La donna è invece assistita dall’avvocato Delfo Berretti.
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