Qualche turista in più ma non il pienone dell’anno scorso e soprattutto con lo storico problema di un mordi e fuggi che non paga più di tanto. Il ferragosto ha riempito le vie e le piazze di Assisi, ma ristoranti e hotel non hanno fatto registrare il tutto esaurito atteso e sperato. Tra chi dà la colpa alla scarsità di eventi e chi chiede una maggiore pubblicità alle cose che ci sono, la città si riempie ma solo per poche ore al giorno; soprattutto, si riempie di un turismo che si porta da mangiare, e persino da bere, da casa e che non compra neanche la più classica delle cartoline.
Su Facebook, tra chi posta articoli che parlano della crisi del turismo dovuta anche alla dizione “terremoto centro Italia” – che ha coinvolto, suo malgrado, anche Assisi nel cratere – e chi ironizza su quali proventi arriveranno dalla tassa di soggiorno che l’amministrazione vuole introdurre dal 2018, visto che molto del turismo è mordi e fuggi, abbondano le segnalazioni di ristoratori che si trovano a servire quattro persone con due portate che vengono divise a metà o di turisti che usano i bagni senza neanche consumare un caffè.
Non mancano comunque i lati positivi: dopo un’estate passata alla ricerca di turisti, spiega il Corriere dell’Umbria, Assisi riesce ad intercettare il turismo di ritorno dalle vacanze al mare o in montagna: vie piene, come detto, anche se già dalle 6 o dalle 7 di sera tornano ad essere più i residenti che i turisti. Lontani i tempi delle code per le strade e dei parcheggi strapieni con il superlavoro per i vigili urbani: quello 2017 è stato un ferragosto tranquillo.
Il bilancio sul turismo ferragostano è tracciato dal presidente di Confcommercio Vincenzo Di Santi: “Ci sono – spiega alla Nazione Umbria – dei dati significativi che vengono dal settore alberghiero (con un’occupazione delle stanze intorno al 60%) e, soprattutto, dall’extra alberghiero; discreto il movimento per i ristoranti mentre non sono stati giorni propizi più di tanto per il comparto del commercio. Le speranze sono ora legate al mese di settembre e ottobre quando vedremo se il peggio sarà passato”.
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