Una catena umana per la pace da Perugia ad Assisi. La Catena Umana per la Pace 2020 si è svolta oggi domenica 11 ottobre in forma statica per rispettare le norme anti-pandemia, preceduto da due giorni di dibattiti, riflessioni ed incontri. Flavio Lotti, del comitato organizzatore, ha parlato di “segni di speranza. Il mondo ha bisogno di scrollarsi di dosso guerre, povertà ed egoismi”.
“Dalla Marcia Perugia-Assisi proviene ogni volta un messaggio popolare molto forte – il saluto alla Catena Umana per la Pace 2020 del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – che scaturisce dalla consapevolezza del carattere integrale della pace e della stretta connessione tra i grandi temi globali, a cominciare dalla lotta alla povertà e alle disuguaglianze, dal contrasto al cambiamento climatico, dalla cooperazione necessaria per assicurare ai popoli quel diritto a uno sviluppo sostenibile che è parte del diritto stesso alla vita e al futuro. Per questo è importante che anche quest’anno la marcia sia stata confermata, nel rispetto delle condizioni di sicurezza imposte dalla pandemia, e che possa dare a tante persone e a tanti giovani la possibilità di esprimere la volontà di un domani migliore e l’impegno a farsi generatori di pace, a partire dalla realtà quotidiana”.
In tantissimi gin dalle prime ore del mattino a formare la Catena Umana per la Pace 2020. “La stessa azione di contrasto alla pandemia – ha detto ancora Mattarella – può diventare una modalità di costruzione della pace. “Time for Peace – Time to care” è il motto scelto per l’edizione 2020. Il diritto alla cura è un caposaldo della piena cittadinanza ma la cultura della cura va oltre la capacità del sistema di welfare di rispondere ai bisogni con qualità ed efficienza: la cultura della cura è una dimensione della fraternità tra gli uomini, è un fattore di coesione sociale e può diventare vettore di un’economia orientata a un più equilibrato e duraturo sviluppo. Nel mondo non mancano conflitti, oppressioni, violenze provocate da odi etnici e integralismi religiosi, non mancano minacce di riarmo nucleare. Non deve venir meno la voce di quanti chiedono la pace, il rispetto dei diritti dell’uomo, il cessate il fuoco ovunque si combatta. Al tempo stesso. È quanto mai prezioso che ci sia coscienza di una pace impegnativa per ciascuno di noi, a partire dalla realtà quotidiana e da una educazione alla pace che deve farsi permanente. È con questo spirito – ha concluso il Presidente delle Repubblica – che saluto i partecipanti alla marcia, nell’augurio che i costruttori di pace diventino sempre più numerosi nel cantiere della pace”.
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