“Si è accorto nessuno che il 15 maggio sono caduti 50 anni dalla morte di Arnaldo Fortini?”.
E’ il j’accuse di Prospero Calzolari che invia alla redazione di AssisiNews quanto di seguito riportiamo integralmente:
Non si può pretendere troppo dagli uomini. La riconoscenza dei beneficati non può arrivar fino al punto di perdonare ai benefattori.
Giovanni Papini
15 maggio 1970: muore ad Assisi Arnaldo Fortini, e a cinquanta anni dalla morte nessuno nella sua (in tutta i sensi) città lo ricorda. Non è che mi aspettassi – chessò – un annullo postale ma due parole dal Comune, dall’ Accademia Properziana del Subasio (della quale fu Presidente dal 1921 al 1953), dall’ Associazione Culturale Arnaldo Fortini (che porta appunto il suo nome), ce le saremmo potute anche aspettare. Ho atteso qualche giorno (hai visto mai qualche tardivo ripensamento!) ma niente… e allora ho voluto buttare giù io queste poche righe per ricordare il nostro Sindaco (prima) e Podestà (poi) per più di venti anni. Ma in fin dei conti, a parte una ventina di libri e decine di saggi, la celebrazione nel 1926 del settimo centenario della morte di San Francesco (che contribuì in maniera determinante a qualificare Assisi come “città del mondo”, altrimenti oggi saremmo ancora poco più di un’”espressione geografica”, per dirla con il Metternich), la creazione nel 1927 del Calendimaggio, il rimboschimento del Subasio dal 1927 al 1938 (ad opera della Milizia Nazionale Forestale), e “poche” altre cose riportate nelle 310 pagine del bellissimo volume di Ezio Genovesi: “Assisi 1926 – La nova civitas ai tempi del podestà Arnaldo Fortini”, sorvolando poi sul suo impegno nel risparmiare alla città gli orrori della guerra civile e delle deportazioni, a parte tutto questo, al momento però mi è tornata solo in mente questa poesia che a Fortini dedicò Mario Sbrillo Siena:
“Arnaldo, il tuo nome è una bandiera
Per chi tuttora nella Patria crede,
per chi nel petto nutre un po’ di fede
e in una umanità migliore spera.
Tu soldato, poeta ed oratore
sei stato guida per generazioni
a tutti i generosi, i saggi e i buoni
nei momenti di festa o di dolore;
hai rinnovato questa tua città
e l’ha protetta verso gli invasori,
risparmiando atrocità e dolori
in una guerra priva di pietà;
tu n’hai risuscitato la memoria
interpretando le vetuste carte
valorizzando l’immortale arte
e il suo passato con le dotte “Storie”,
hai gridato il messaggio francescano
a tutto il mondo con la tua parola,
un messaggio sublime che consola
e dà speranza a ogn’animo cristiano.
E cosa importa se la tua città
“ufficialmente” t’ha dimenticato?
Non s’annulla, tacendo, ciò ch’è stato
Fatto da un Grande per l’Eternità”.
Prospero Calzolari
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