Riceviamo e pubblichiamo dal presidente dell’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà, Julio Loredo, una replica all’articolo di Francesca Vignoli e in particolare al pezzo in cui si parla delle ‘fonti’ di Stefano Pastorelli. “Li ho trovati anche io: nel sito ‘dedicato al Prof. Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995) pensatore e leader cattolico, ispiratore delle Società per la difesa della Tradizione Famiglia e Proprietà – TFP’, farneticante associazione romana; o nell’altrettanto farneticante libro autopubblicato da un certo Antonio Giangrande, dal titolo ‘Il comunista Benito Mussolini’. Tutta documentazione chiaramente attendibile! Nell’epoca delle fake news (fandonie in italiano) dilaganti, il mio consiglio a Pastorelli è quello di informarsi meglio”.
“Ho appena letto sul vostro sito l’articolo in cui Francesca Vignoli replica a Stefano Pastorelli riguardo alla visita di Aleida Guevara ad Assisi. Non posso rispondere in nome di Pastorelli che, infatti, sembra abbia fatto qualche copia e incolla. Devo rispondere, invece, in nome dell’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà, sbrigativamente qualificata da Vignoli di ‘farneticante'”.
La critica di Vignoli si riferisce a due articoli pubblicati sul nostro sito (www.atfp.it) e che riguardano Ernesto Guevara de la Serna, detto “Che”. Il primo articolo, intitolato “Che Guevara, il mostro dietro il mito”, è tratto dal libro «Guia politicamente incorreto da América Latina», scritto da due giornalisti brasiliani, Leandro Narloch e Duda Texeira. Gli autori citano non meno di ottanta documenti, alcuni dello stesso Che, come «Textos políticos» e «Diarios de motocicleta». Il secondo è tratto dal libro «Che Guevara, missionario di violenza», curato dal giornalista cubano Pedro Corzo, e che raccoglie trentatré testimonianze di persone che hanno conosciuto il Che, anche intimamente. Si tratta, dunque, di testimoni diretti, molti dei quali ex-compagni di lotta.
Di fronte a questa inoppugnabile documentazione – scrive il presidente di Associazione Tradizione Famiglia Proprietà parlare di “farneticante” è alquanto azzardato, soprattutto senza essersi presi la briga di confutare nemmeno uno dei documenti citati. Il Che Guevara era un missionario di violenza, che mal si addice alla figura del Poverello di Assisi”.
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