Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Mario Bellini relativamente al Bosco di San Francesco.
“Per gli assisani, e non solo, il cosiddetto Bosco di San Francesco, era da sempre chiamato la “Selva dei Frati” inaccessibile a chicchessia, specie a noi, allora, ragazzini amanti delle spericolate avventure. Ora, con un’abile e audace metamorfosi sotto l’egida del FAI, si è trasformato nel Bosco di San Francesco, denominazione a me incomprensibile, perché se mai ci fosse un luogo a cui attribuire detta qualifica, questo sarebbe stato senza meno l’antico lecceto che circonda l’Eremo delle Carceri”.
“Per inciso – scrive Mario Bellini – anche una testata prestigiosa come il “il Corriere della Sera” tempo addietro è caduta in errore attribuendo al Bosco di San Francesco l’importante merito di essere stato testimone della famosa predica agli uccelli del nostro amato Santo. Con il cambio di ‘grado’ e di ‘gestione’ naturalmente sono cambiate molte cose. Da luogo appartato e solitario dove i frati si ritrovavano a pregare e meditare sui misteri dell’esistenza umana, è divenuto immantinente il centro della vita brillante e temporale della nostra città. Con i finanziamenti e le sponsorizzazioni sono arrivati, spettacoli, concerti, manifestazioni anche con qualche contraddizione, come quando a celebrare la festa in onore degli animali, tanto amati da San Francesco, tra gli sponsor c’era l’Associazione dei Priori del Piatto di Sant’Antonio, Piatto che vegetariano non lo è proprio”.
“Ora – scrive ancora Bellini – l’ultima evoluzione del Bosco di San Francesco sta per compiersi; il prossimo 31 ottobre sarà celebrata nel suddetto bosco una ‘passeggiata notturna a caccia di pipistrelli’, chiara allusione alla festa (pagana) di halloween. Tombola…. Si dice da noi! Siamo passati, in men che non si dica, da luogo di preghiera e di contemplazione religiosa a contenitore di una festa sciocca, importata dall’America o forse dall’Irlanda che nulla ha a che vedere con le nostre radici e con le nostre tradizioni. Se c’è qualcosa da celebrare, forse è che il 31 ottobre è la festa di Ognissanti, il giorno che la Chiesa ci ha insegnato essere dedicato a tutti coloro che per bontà e pulizia d’animo, generosità e soprattutto per le doti cristiane espresse magari in segreto, hanno ricevuto l’ambito premio del Paradiso”.
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