Dopo il Concerto Basilica Règia 2019, riceviamo e pubblichiamo il commento e il grazie ai francescani di Umberto Rinaldi.
“Sabato scorso 18 maggio alle ore 21 in Basilica Superiore, in occasione della dedicazione della Basilica con Bolla Papale Is qui Ecclesiam suam di Gregorio IX nel 22 aprile 1230, si è tenuto il concerto Vesperae Solemnes de Confessore K339 di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791). Scritti nel 1780 non si sa precisamente dedicati a quale Santo… sono l’ultimo lavoro per la Chiesa di Salisburgo e per il suo Arcivescovo Colloredo: con questa composizione il giovane Mozart, comandato dal suo genio musicale, intendeva chiudere il rapporto di dipendenza lavorativa per affrontare il ben più utile e stimolante futuro viennese. Chiese umile permesso di licenza e l’ottenne dal conte Darco espresso con un calcio nel di dietro e l’affermazione, quanto mai blasfema, che il compositore Mozart non valesse niente! E così il conte Darco con tale volgare offesa conquistò memoria nei posteri…”
“L’esecuzione di sabato – il commento di Rinaldi sul concerto Basilica Règia 2019 – rispettava l’organico prescritto: quartetto di soprano-contralto-tenore-basso, coro misto, fagotto, due trombe, 3 tromboni, timpano, organo, archi e ad apertura e chiusura dei sei Vespri, secondo la ricostruzione storica di un Vespro per la Solennità di San Francesco, Antifone in gregoriano e salmi in polifonia. Dunque ben oltre il concerto abituale, l’esecuzione che il vasto pubblico presente ha potuto godere per un’ora ininterrotta di paradisiaco ascolto”.
“Riflessione: in un’ Assisi di maggio che ha vissuto una varietà di eventi culturali o pseudoculturali quanto mai numerosi e talvolta ingombranti e che ciascuno nella propria libertà poteva associarsi o allontanarsi… il concerto Basilica Règia 2019 andava sicuramente prescritto nonché obbligato a parteciparvi, non perché Mozart induce a discernere musica e musica, ma perché EDUCA. Non può bastare quindi il grazie commosso al Padre Giuseppe Magrino, direttore dell’insieme, e al Padre Maurizio Verde, direttore della Schola Gregoriana Assisiensis, ai solisti Cristina Paolucci-Elisabetta Pallucchi-Davide Sotgiu-Giulio Boschetti, al Coro e all’orchestra della Cappella Musicale di San Francesco, ma bisogna estenderlo a tutti i Padri Francescani, Conventuali e Minori, perché non si stanchino, nonostante noi assisani, di prenderci per mano e ricondurci al vero Bene”.
Foto in evidenza e gallery © Mauro Berti / Rivista San Francesco
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