AssisiNews riceve e pubblica una lettera dedicata alla professoressa Antonella De Sanctis, scomparsa nei giorni scorsi, che oltre ad insegnare nella nota e rinomata scuola assisana, ha tenuto per molti anni il progetto teatrale della scuola. “Avrebbe continuato ancora per molto tempo a farlo con passione se non fosse stato per la malattia. Abbiamo scritto una lettera e avremmo piacere che venisse pubblicata”, hanno scritto ad AssisiNews. Di seguito la lettera ricordo di Antonella De Sanctis riportata integralmente.
“Ciao Prof, ne è passato di tempo da quando lei, aprendo la porta dell’allora 1°A, esclamò: ‘Questa classe non la voglio’. Accadeva esattamente oggi, il 12 settembre del 2011, 9 anni fa. Mai avremmo immaginato di ripercorrere l’anniversario del nostro primo incontro in questo modo. Invece siamo qui, non più dietro a dei banchi di scuola ad attendere il suo sistematico ‘avete studiato?’. Siamo qui, tutti insieme, e vorremmo poter descrivere quello che lei è stata per noi, ma le parole sono frenate dalle lacrime che a stento riusciamo a contenere. Il desiderio di molti, se non di tutti in questo mondo, è quello di riuscire a lasciare qualcosa ai posteri. Ebbene, nostra e cara prof. il suo lascito è grande, è un segno nel nostro spirito e una traccia indelebile nelle nostre menti.
Lei è stata molto più di una semplice insegnante: è stata MADRE quando eravamo incapaci di vedere il fine del nostro percorso da liceali. Ci ha tenuti per mano e ha avuto cura che nessuno di noi rimanesse indietro; è stata GUIDA, come lo era Virgilio per Dante, dimostrandoci che con l’impegno tutti riescono prima o poi a uscir a riveder le stelle; è stata MAESTRA nel farci capire che sui banchi di scuola non si impara soltanto ciò che è scritto nei libri, al contrario, lì si apprende che cosa significa vivere con pienezza e bellezza, proprio come faceva lei. Abbiamo sempre udito il suo grido alla vita, quell’urlo da palcoscenico, a volte sofferto, ma mai piegato, sempre capace di donare grandi soddisfazioni.
Lei ci ha trasportati tutti su quel palco, il palco della vita. L’intera scuola l’ha sempre seguita in quei magici giochi di illusione che ogni volta catapultavano il pubblico in nuove avventure, e insegnavano a interpretare e a vivere. Ci sarebbero mille altre cose da dire, ma a noi piace ricordarla mentre corre spensierata sul palco del Lyrick, con un bel mazzo di rose in mano, tra il suono scrosciante degli applausi del pubblico e la solita canzone di chiusura… Com’era?!: “Aldo attacca la canzone finale”. Sempre la stessa, quasi simbolica, Viva la vida. E poi un sorriso, un inchino, e giù il sipario”.
Il Suo 5° A.
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