Inizia da oggi la pubblicazione di una serie di articoli su AssisiNews, interventi di Paolo Ansideri, con cui si spera di innescare un dibattito su alcuni punti della vita culturale e sociale della città. La redazione di AssisiNews ricorda di essere aperta a qualsiasi contributo.
Genius loci o genius temporis?
(Nota: il testo Assisi nel terzo millennio è consultabile a questo link)
Genius loci o genius temporis? Si può onestamente affermare che un luogo sia abitato da un genio che ne determina il profilo, l’identità culturale-spirituale come riteneva la religione romana o addirittura di discendenza teologica? Oppure quello spirito identitario che sembra emanare da quel luogo, altro non è che l’interpretazione che viene data da una cultura umana che lo abita in un determinato periodo storico? Quale genius loci abitava da queste parti all’epoca di Properzio? Ed era lo stesso che c’era prima del 1181 anno di nascita di Francesco? E prima di Fortini? E dopo Fortini? Ed all’epoca di Dante e di Goethe i geni erano gli stessi? Prima e dopo l’incontro interreligioso del 1986? Più che di genius loci si dovrà parlare di valori culturali ed ambientali, materiali ed immateriali, da preservare rispondendo noi sì al nostro genius temporis, cultura del nostro tempo, che dichiara come valore l’ambiente culturale e naturale, e non come accadde al Colosseo passato da anfiteatro a cava di pietra. Ma questa preservazione, liberata dall’aura sacrale (sia in senso pagano che teologico) di cui la si vorrebbe avvolta, e dalla quale emanerebbe una sorta di condizionamento spirituale che determina il destino delle cose umane e di quelle naturali, non esclude che il nostro tempo, la cultura di oggi, possa produrvi altro di altra natura e che questo altro sia, come chi lo ha preceduto, una nuova caratterizzazione della mutante identità culturale locale. Non credo – scrive Paolo Ansideri – ad un genius loci in grado di dire qualcosa su interruzione della gravidanza o su famiglia naturale.
La fede e il turista convertito
L’affermazione che “ ogni turista è, o diviene, un pellegrino”, laddove i pellegrinaggi vengono definiti come “motivati da consapevoli scelte di fede” (pg.5), sembra non essere confortata da riscontri reali. Confesso che per mia lacuna, non ho riscontri diretti, documenti e rilievi locali da cui si possa sostenere la tesi proposta o il suo opposto. Rilevo che gli unici dati oggettivi di cui dispongo si riferiscono ai dati Istat a livello nazionale. Da “Report Istat viaggi e vacanze in Italia e all’estero 2015”, pg. 11 – 10 febbraio 2016 “Nel 2015, il 68% delle vacanze (stabile rispetto al 2014) è effettuato per trascorrere un periodo di piacere o svago. … (Figura 3).Le visite a parenti e amici, anch’esse sostanzialmente stabili rispetto al 2014, rappresentano quasi il 30% dei viaggi, …. Sempre molto contenute, invece, le quote dei viaggi per trattamenti di salute o cure termali e quelle per motivi religiosi (entrambe al di sotto del 2%). (motivi religiosi 1,3%)”. “ … in particolare, la visita a una o più città d’arte, .. riguarda il 28,3% delle vacanze di piacere/svago..-.” Quindi – la considerazione di Paolo Ansideri – sulla totalità di 100 viaggi, il 68% è di vacanza di cui il 28,3% verso città d’arte, cioè il 19,2 % del totale.
Quanto sopra per viaggi turistici, che comprendono cioè almeno una notte di pernottamento. Per il 2016, stante il report redatto il 31 marzo 2017, il dato sul turismo religioso non è rilevato. Per le escursioni, cioè visite senza pernottamento, questo documenta l’Istat Da “Report Istat Anno 2016 viaggi e vacanze in Italia e all’estero, 2016” pg. 14 – 31 marzo 2017, rielaborazione Paolo Ansideri Prospetto 25. escursioni per motivo prevalente. Anno 2016
Motivo dell’escursione – percentuale Piacere, svago, vacanza – 63,3% Visita a parenti e/o amici – 18,0%
Shopping – 5,3% Formazione/Cultura – 3,7% Motivi religiosi, pellegrinaggio – 3,4% (era 3,1% nel 2015)
Motivi di lavoro – 1,7% Altro motivo (a) – 4,6% TOTALE 100,0 % (a) Include: visite mediche, cure termali e trattamenti di salute con e senza prescrizione medica, accompagnare un familiare/parente/amico, altro.
“A livello nazionale – dice ancora Paolo Ansideri – emerge quindi che la motivazione di fede rappresenta solo una parte minimale dei viaggi turistici e delle escursioni. Volendo dedurre dai dati 2015 il rapporto tra turisti Italia con meta città storiche per motivazioni culturali aconfessionali e quelli con motivazioni religiose, il rapporto è di circa di 1 a 19: ogni 20 persone che visitano luoghi d’arte e religione 19 lo fanno per l’arte e 1 per fede, il 5% del totale. Essendo vero quindi che Assisi è meta d’arte e religione ed ammesso che la parte religiosa abbia un rilievo importante, è senz’altro azzardato affermare che la totalità dei presenti sia alla fine animato dai motivi religiosi. Il campo dei rilievi sul turismo religioso, è di per sé molto controverso in quanto non legato a rilievi numerici misurabili (come lo sono le presenze alberghiere), ma ad altri parametri in cui difficilmente viene esperita la volontà del singolo sulla decisione di viaggio. Né d’altra parte può essere usato come criterio di rilievo oggettivo e generale la semplice percezione personale o di gruppo, il proprio orizzonte cognitivo individuale eletto a verità inconfutabile. Troppi danni hanno fatto e stanno facendo stratificati luoghi comuni e convinzioni intime basate su nessun riscontro allargato. Non è questo il luogo, ma esistono al riguardo vistose incongruenze tra i dati rilevati dal Wto (World Tourism Organization) ed enti statistici e associazioni di categoria locali. Il buon senso insieme alla più volte stimata e studiata diminuzione della fede religiosa, dovrebbero suggerire una più cauta interpretazione del fenomeno del turismo verso la meta d’arte e religione che è Assisi. La mancanza di questa cautela nell’affermazione esposta, lascia purtroppo intravedere come una volontà egemonica di assimilazione del flusso turistico alle proprie convinzioni personali, alterando la lettura di un fenomeno che sembra invece dover essere interpretato in tutt’altro modo. Gli articoli precedenti sono pubblicati in www.oicosriflessioni.it con il titolo “Assisi nel tempo presente”. Il prossimo articolo, annuncia Paolo Ansideri, sarà “La pace non può essere un precetto, ma il frutto di una libera scelta”
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