“Tempo un paio di anni e Assisi rischia di non avere più la sua sede universitaria”. Lo sostiene Stefano Pastorelli della Lega Assisi, secondo cui “La nostra non è una profezia nefasta, ma solo una constatazione dei fatti”. Pastorelli ricorda tra l’altro il “mezzo miracolo” compiuto dopo il sisma “che aveva reso inagibile il Palazzo Bernabei. L’università stava per lasciarci prendendo la strada verso Città di Castello e fu la tenacia del sindaco Bartolini, del direttore amministrativo Cianetti e persino del Magnifico Rettore Calzoni, a consentire la realizzazione di un progetto di salvaguardia attraverso l’acquisizione prima e la ristrutturazione dell’ex ICAP”.
“Ma oggi – scrive ancora Stefano Pastorelli – le cose sono radicalmente cambiate. La sindaca Proietti ha deciso di riportare l’università nella vecchia sede di Palazzo Bernabei. E fin qui “nulla questio”. La facoltà era stata spostata perché il Palazzo Bernabei aveva subito danni a causa del sisma e dunque oggi, non sussistendo più quella condizione di inagibilità, appare normale ripensare allo spostamento nella sede originaria”. Per la Lega Assisi, però, ci sono dubbi che “La sede storica di Palazzo Bernabei è oggi in grado di ospitare il corso di laurea”. Nello specifico, queste le domande di Pastorelli: “Palazzo Bernabei ha un numero sufficiente di aule? Ha gli spazi per la ricerca e per le forme didattiche particolari? Ha una mensa convenzionata? È accessibile come l’attuale sede? E’ attrezzata come l’attuale sede? Ha la possibilità e la capacità di parcheggio uguali a quelle di adesso? Può essere agevolmente raggiunta come l’attuale sede? Sarà appetibile agli studenti come l’attuale sede nonostante da più di dieci anni non venga pubblicizzata adeguatamente?”.
“Se le risposte a queste domande sono tutte affermative – scrive ancora Pastorelli – ben venga l’università nel centro storico. Ma se le risposte sono differenti allora ecco sorgere una serie di dubbi che portano alle considerazioni che abbiamo sopra espresso. Diceva Andreotti che a pensare male si fa peccato ma che spesso ci si azzecca. Allora proviamo a pensare male. Non è che questo precipitoso rientro è frutto da una parte (la parte della sindaca) del fatto che la vecchia sede è stata promessa ad altri per altri scopi? E ancora, dall’altra parte (quella universitaria), non è che questo trasferimento sia stato caldeggiato dalla stessa università per poter poi procedere alla cancellazione del corso?”. Per la Lega Assisi, il rischio è che se “la nuova sede risulterà essere meno appetibile agli studenti inevitabilmente il numero degli iscritti (già oggi non eclatante vista la scarsissima pubblicità fatta da Perugia al nostro corso di laurea) sarà destinato a calare. E’ allora logico pensare che tra un paio di anni la stessa Perugia potrebbe scegliere di chiudere del tutto il corso per riportarlo nella sede centrale, con la scusa che non è economicamente sostenibile una sede per pochi iscritti. E così avremo fatto la frittata”.
Pastorelli ricorda tra l’altro che “Assisi possiede proprio per il fatto di essere una delle rare realtà di piccole dimensioni ad avere al suo interno tutti gli ordini di scuole, dalla materna all’università. Perdere il corso di scienze turistiche sarebbe un danno grave, gravissimo. Dal punto di vista economico e, soprattutto, dal punto di vista culturale. Quali assicurazioni abbiamo che la sindaca Proietti abbia avuto tutte le garanzie perché questo non accadrà? E infine, sono stati sentiti gli studenti su questo cambio di sede visto che sono loro i fruitori ultimi della struttura universitaria? Chi vivrà vedrà. Ma poi – conclude la Lega Assisi – non lamentiamoci, come siamo soliti fare, quando la stalla sarà aperta e i buoi scappati”.
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