Piano dell’arredo urbano, Lega e Fratelli d’Italia chiedono l’accesso agli atti. A darne notizia i due gruppi consiliari in una nota a firma Francesco Mignani, Jacopo Pastorelli e Stefano Apostolico. I tre consiglieri, “con pieno senso di responsabilità hanno votato contro l’applicazione da parte dell’amministrazione, nel consiglio comunale del 30/10/23, del nuovo regolamento per ‘l’arredo urbano e decoro degli spazi pubblici’. Questa presa di posizione – scrivono ora i tre consiglieri in una nota – stata determinata dalla convinzione che il nuovo piano dell’arredo urbano non andava assolutamente presentato, perché in Assisi vigeva ancora in essere la normativa del precedente regolamento per l’arredo urbano del 2011, da considerare ancora valido ed applicabile. Di fatto il nuovo piano per l’arredo urbano ed il decoro degli spazi pubblici, comporterà un aggravio di spese per gli esercizi commerciali di prossimità e di somministrazione di alimenti che si vedranno costretti ad impegnare diverse migliaia di euro per adeguare le loro attività, allineandole alle richieste della recente normativa”.
Diverse le criticità riscontrate dalla minoranza: “Il nuovo piano – sostengono Mignani, Pastorelli e Apostolico – non include le autorizzazioni acquisite in precedenza, dunque una buona parte di attività commerciali e di pubblico interesse su strada, pur essendo in possesso dei permessi secondo la vecchia normativa del 2011, risulteranno non in regola con la nuova e quindi si vedranno obbligati al rispetto della stessa, dovendo sostenere spese di progettazione, oltre ai costi aggiuntivi per vetrine ed insegne, bacheche espositive esterne e nelle spallette, tende parasole, illuminazione a parete che saranno tutte da rifare, o quasi, nonostante si presentino in buon ordine e in buono stato di conservazione. Saranno previsti dei contributi da parte della amministrazione, per gli esercizi che si adegueranno. Un totale di € 300 mila che saranno prelevati dalla tassa di soggiorno, per un massimo del 40% di ristoro per le spese documentate ma che non dovranno superare le € 400 e le € 1000, rispettivamente per le attività di prossimità e per quelle di somministrazione. Per i due gruppi consiliari di opposizione, la legittimità di questo tipo di contributo é tutta da verificare, come discutibile é l’imposizione di un adeguamento, degli esercizi già autorizzati con la normativa del 2011. Di fatto, saranno risorse sottratte alla promozione del turismo, e ad interventi al sostegno vero dell’aumento dei servizi e del decoro che ruotano intorno al turismo, che spettano unicamente all’amministrazione. Continueremo in tal senso come Lega e Fratelli d’Italia, ad approfondire il tutto, attraverso l’acquisizione degli atti relativi al capitolo di spesa e quanto altro risulti necessario”.
“Attribuire ai solo commercianti l’onore di rendere Assisi più bella senza pensare a quanto ci sia da fare nella complessità di tutto l’arredo urbano – aggiungono i consiglieri di Lega e Fratelli d’Italia – è come interessarsi della sola punta dell’iceberg e fuggire dalle responsabilità di una amministrazione che in tutti questi anni di governo non ha speso un centesimo in tema di ricerca di soluzioni e di investimenti per il decoro stesso. Per avere una città decorosa e più vivibile per residenti e turisti, l’amministrazione dovrebbe cominciare a risolvere innanzi tutto il problema del traffico, compresi i parcheggi e le autorizzazioni, risolvere la questioni degli spazi verdi, dei bagni pubblici e dei cassonetti, implementare il numero dei cestini di rifiuti, delle panchine, dei punti luce, di fioriere e di tanto altro, ma in particolare saper riconoscere L’IMPATTO che questi “innesti” potrebbero avere in tema di decoro sul contesto presente. Purtroppo quest’ultimo é uno stato lontano dal modus operandi della giunta, viste le offese arrecate alla fontana cinquecentesca della piazza del vescovado con l’apposizione dei due orribili segnali stradali”.
“Abbiamo contestato, in seno al consiglio comunale il fatto che lo studio presentato sul nuovo piano dell’arredo urbano non era sufficientemente contestualizzato con la la realtà presente in Assisi. Infatti le norme sono state proposte come calate dall’alto, senza un parere dei soggetti che avrebbero dovuto adeguarsi al nuovo regolamento. Infatti le correzioni apportate in una seconda stesura, nella nuova normativa, hanno ampiamente dimostrato quanto si era distanti dal contesto reale, dalle esigenze di cui avrebbe bisogno la città, ed il resto del territorio. Ribadiamo che nella nostra proposta come del resto è nei propositi dell’associazioni di categoria, il nuovo piano d’arredo urbano, non andava approvato e comunque avrebbe dovuto tener conto delle autorizzazioni già rilasciate ed eventualmente essere applicato unicamente alle aperture delle nuove attività. In un contesto urbano di estrema delicatezza quale è Assisi ed il suo territorio, parlare di arredo e di decoro vuol dire che tutte le prassi quotidiane che si rivolgono all’economia, al sociale, alla cultura, all’ambiente devono essere intimamente valutate, al fine di evitare risposte peggiorative”. “Per una amministrazione che non è capace di far funzionare una scala mobile, di non facilitare l’ingresso ad un disabile in piazza San Francesco e che non è in grado di liberare il sagrato del duomo dalle auto, di non trovare soluzioni per togliere i cassonetti dei rifiuti dai vicoli, di non pulire adeguatamente vie e fontane e verde pubblico, di non rispettare i monumenti storici, l’adozione del nuovo piano dell’arredo urbano ed il pubblico decoro – concludono Mignani, Pastorelli e Apostolico – sembra più un capriccio della sindaca piuttosto che la soluzione dei problemi”.
Foto di Sara Bertoni | via Unsplash
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