“La sindaca di Assisi viola le norme dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. Non tre, ma cinque sono le società in cui la sindaca è socia!”. Lo scrive Giorgio Bartolini, sottolineando come Stefania Proietti “viola la legge sulla trasparenza che obbliga gli amministratori a dichiarare i redditi e la situazione patrimoniale firmando “Sul mio onore affermo che la dichiarazione corrisponde al vero”. Viceversa – sostiene l’ex sindaco – “Proietti, a capo di una coalizione con il PD, ha ‘dimenticato’ e quindi non ha dichiarato di essere socia di altre due società, oltre le tre indicate. Trattasi di due società di capitali (Serar s.r.l e Green Lap Srls) con oggetto sociale più o meno simile alle altre tre, cioè la progettazione, costruzione e gestione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, acquedotti, fognature, gestione di servizi di raccolta e smaltimento di rifiuti speciali, tossici e nocivi, trading di certificati bianchi, utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili”.
“Tali attività – secondo Bartolini – potrebbero determinare una presunzione di conflitto di interessi con le deleghe che la stessa sindaca si è riservata con riguardo ai lavori pubblici e all’urbanistica con delega specifica in politica per l’ambiente, l’energia e la gestione dei rifiuti. Per la precisione c’è da aggiungere che la percentuale di quote di sua spettanza di una delle tre società il cui reddito dichiarato per il 2010 al netto delle tasse fu di 2.116.000 €, non è il 24% come dichiarato dalla stessa, bensì il 25% come risulta da pubblicazione di fonti ufficiali, ma questo ci può stare. Tutto ciò lascia perplessi – aggiunge ancora il consigliere di minoranza –
in quanto la mancata comunicazione di questi dati configura un comportamento gravemente omissivo, in forte contraddizione con le ripetute dichiarazioni della sindaca contro la corruzione ed a favore della trasparenza e della legalità. Insomma non è sufficiente affermare di voler amministrare come in una casa di vetro; bisogna farlo!
A dimostrazione di tutto ciò – dice ancora Bartolini – sta il fatto che l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha considerato particolarmente grave la dichiarazione mendace degli amministratori pubblici tenuti ad osservare le misure di trasparenza. Deriva da ciò l’obbligo previsto dalla legge di firmare la suddetta dichiarazione con la solenne formula ‘sul mio onore affermo che la dichiarazione corrisponde al vero’. In violazione della stessa e per la mancanza di trasparenza – conclude l’ex sindaco – la legge ha previsto inoltre una sanzione amministrativa”.
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