La Modifica del Regolamento Edilizio riguardante la Commissione Comunale per la qualità architettonica ed il paesaggio e le modalità di attuazione dei “detrattori ambientali” previsti dalla Legge n. 1/2015 non piace al consigliere Antonio Lunghi, che bacchetta i due consiglieri Pd (Federica Lunghi e Franco Matarangolo) proponenti dell’emendamento, ottenendo la risposta di Matarangolo.
In particolare, il consigliere di minoranza spiega che “la necessità di rivedere il Regomento Edilizio è conseguenza dell’entrata in vigore della Legge 1/2015 che introduce una serie di novità che sovrastano quanto previsto dal P.R.G. approvato prima dell’entrata in vigore della Legge Regionale n. 1. Il P.R.G. Parte operativa è stato approvato il 23 marzo 2016 e da allora sono passati 18 mesi senza produrre atti significativi conseguenti all’approvazione dello stesso. Confidiamo che l’arrivo del nuovo Assessore determini una accelerazione soprattutto su quei temi di riqualificazione delle frazioni che ha affrontato nell’intervento in Consiglio Comunale e che erano stati ampliamento affrontati con l’approvazione del P.R.G.”
Fino ad oggi la commissione era composta dal sindaco o suo delegato senza dirittto di voto; un dirigente del settore con diritto di voto; tre esperti, nominati dal Sindaco (agronomo, geologo e ingegnere ambientale con diritto di voto); due esperti in ambientale previsti nell’albo regionale sempre nominati dal Sindaco con diritto di voto; un rappresentante delle associazioni dei disabili con diritto di voto. Per la modifica del regolamento edilizio, il Pd, a nome di Franco Matarangolo e Federica Lunghi, ha proposto un emendamento, non condiviso con il Sindaco, in cui dalla composizione della Commissione viene esclusa la presenza del Dirigente. “Di conseguenza – spiega Lunghi – per motivi amministrativi, gli esperti ambientali da 2 diventano 3. La modifica è stata motivata riappellandosi alla famoso assioma della seconda repubblica di divisione tra indirizzo politico e azione amministrativa. Come se la Commissione per la qualità del paesaggio fosse un organo politico e non dovesse invece esprimere un parere tecnico”.
“Ritengo che questa proposta di modifica del Regolamento Edilizio, che dopo un ampio dibattito è stata approvata a maggioranza dal Consiglio Comunale, non è assolutamente condivisibile per due ordini di motivi”, sostiene Lunghi. “Il dirigente rappresenta l’amministrazione comunale, in quanto il sindaco non ha diritto di voto, ed è garante sia della legittimità dell’atto proposto sia degli indirizzi dell’amministrazione sugli interventi edilizi e del loro inserimento nel contesto urbano ed extraurbano. Il titolo abilitativo è rilasciato dal dirigente e non del Sindaco (come lo era prima della riforma Bassanini) e quindi in caso di di parità dei voti espressi dovrebbe prevalere il voto di questi in quanto responsabile del titolo abilitativo. È come se – scrive ancora Lunghi – in Consiglio Comunale il Sindaco non avesse diritto di voto”. Per il consigliere comunale di Uniti per Assisi, “incrementare la presenza di esperti Ambientali produce una aumento dei punti di vista e quindi di confusione su una materia in cui la personale formazione tecnica e culturale incide in maniera determinante, ma al contempo consente di assegnare un incarico ulteriore. Il dirigente rappresenta l’amministrazione comunale e quindi sostiene le scelte urbanistiche ed ambientali del Sindaco; se ciò non avviene il sindaco può togliergli il mandato”.
“È stato chiarito in consiglio – la replica del consigliere Matarangolo in materia di modifiche al regolamento edilizio – che l’emendamento presentato dal gruppo consiliare del Partito Democratico era teso a dare, rispetto alla pratica predisposta dagli uffici, maggior rispondenza ai criteri indicati dal legislatore regionale per la composizione della commissione edilizia. Già con la legge 11 del 2005, che modificava la legge n. 1 del 2004, il legislatore regionale, consentendo che i regolamenti comunali potessero prevedere che fosse presieduta dal Sindaco o suo delegato, senza diritto di voto, aveva puntualizzato che l’esclusione del voto in capo al presidente era prevista per rendere terza la decisione sulle valutazioni paesaggistiche e sui beni architettonici da parte della Commissione. Con l’approvazione del T.U. n. 1 del 2015, in materia di governo del territorio e materie correlate, il legislatore ha ribadito che tale terzietà è una garanzia anche per la correttezza del procedimento delle autorizzazioni paesaggistiche ed ha ritenuto che sarebbe davvero inopportuna la presenza all’interno della commissione con diritto di voto del funzionario responsabile dell’emissione del provvedimento paesaggistico e urbanistico-edilizio finali”.
“Come si vede – sottolinea il consigliere di maggioranza – prevedere la presenza del dirigente del settore o suo delegato, il cui voto sarebbe stato determinante in caso di parità di voto, andava contro lo spirito della legge regionale e non garantiva una differenziazione tra attività di tutela paesaggistica ed esercizio di funzioni amministrative in materia urbanistico-edilizia (art.146, c. 6 del D.lgs. n. 42/2004 modificato con la L.106/2011). Nessuno ha voluto togliere a Cesare quel che è di Cesare, il dirigente del settore ha sempre la parola finale sulle autorizzazioni, ma se va in contrario avviso al parere non vincolante della commissione, è tenuto da dare una motivazione in fatto e in diritto del suo diverso orientamento. Come si vede nessun atto di lesa maestà, solo un maggiore adeguamento al mutare delle leggi e allo spirito dei tempi, che vuole sempre meno la commistione dei ruoli. Quanto alla mancata condivisione con il sindaco – conclude Matarangolo – questo fatto non corrisponde al vero, tanto è vero che l’emendamento è stato redatto con il concorso di molti consiglieri ed è stato regolarmente approvato dalla maggioranza”.
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