“Non si possono commentare le recenti vicende politico-amministrative assisane se non facciamo un
passo indietro con la memoria e precisamente al 2016 quando – ricorda Rino Freddii commentando le dimissioni di Eugenio Guarducci – la neoeletta Sindaca nel nominare gli assessori ha voluto garantirsi la tranquillità in Giunta lasciando al più numeroso gruppo della sua coalizione due soli posti e inserendo a sorpresa elementi “esterni” alla maggioranza quali la signora Travicelli, addirittura candidata di una lista avversaria e l’architetto Guarducci in qualità di esperto in fatto di turismo”.
“Il PD, per bocca del suo capogruppo, ha contestato aspramente tale decisione sin dal primo
consiglio comunale ed è pertanto in questa ottica – secondo Rino Freddii – che si devono inquadrare le tutt’altro che spontanee dimissioni di entrambi gli ‘esterni’. Infatti, nonostante dal Palazzo non siano mancati a posteriori gli scontati elogi e ringraziamenti per il loro operato (a dire il vero la difesa d’ufficio per Guarducci, nonostante i suoi numerosi flop, è stata più accalorata di quella per la ex collega), la gran parte degli assisani ha ben capito che i due assessori sono stati abbattuti dal fuoco amico e non certo dalle legittime e motivate critiche dell’opposizione. Mentre nel primo caso la Sindaca non si è lasciata intimorire e ha nominato come sostituto il milanese Rota (anch’esso con poltrona traballante), lasciando il PD a bocca asciutta, questa volta non è escluso che il nuovo assessore possa essere un piddino doc. Al momento quindi – conclude Rino Freddii – non sappiamo come finirà questo mercanteggiare, quello che è certo è che se chi di dovere non riconosce i propri errori e limiti, non fa un bagno di umiltà, non cambia il modo di
agire tenendo conto anche del responso delle urne del 4 marzo, come ha fatto opportunamente e astutamente Guarducci, Assisi ne pagherà le conseguenze per anni e anni”.
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