(Fla.Pag) Svolgere l’attività riabilitativa valorizzando le proprie competenze e le proprie abilità, esprimendo emozioni e mettendo al centro autenticità espressiva e unicità. È lo scopo del laboratorio dei ragazzi del Serafico di Assisi, coordinato dagli educatori Stefano Tufo e Fabrizio Benincampi con la collaborazione di Andrea Lombardi, con il quale è stato dato vita allo spettacolo in scena venerdì sera al Teatro Lyrick dopo quasi un anno di prove, chiusosi con uno scrosciante applauso del pubblico presente. Ai ragazzi è stata regalata anche una maglia firmata dai campioni del golf.
“L’Ispettore Branchi, che è stato scritto e diretto dai nostri straordinari educatori, è stato un momento speciale in cui i ragazzi, salendo sul palco, sono diventati i veri protagonisti della comunità: hanno messo da parte l’emozione e hanno saputo divertire e commuovere il pubblico. Per tutti loro il laboratorio teatrale e musicale, così come lo spettacolo, è un momento importante: è anche attraverso l’arte della recitazione, infatti, che capiscono come esprimere le proprie emozioni e come ascoltarsi; imparano i tempi, le pause, le risposte e i toni, ed è per questo che lo consideriamo una vera e propria metafora di vita. Attraverso la recitazione, poi, riescono anche a far sentire la propria voce, lanciando un messaggio universale di cura, di bene comune e di amore”, le parole di Francesca Di Maolo.
Protagonista dello spettacolo l’Ispettore Branchi, alle prese con il caso del ‘Cuore D’oro’, l’ambito premio che ogni anno il Golf Club Arfacentro, omaggio al Charing che da anni sostiene il Serafico, consegna alle associazioni più meritevoli. Il premio però è stato rubato (o forse è scomparso?) e Branchi per risolvere il rebus dovrà sfruttare ogni indizio a sua disposizione seguendo tutte le piste, presunte o immaginarie, e interrogando ogni indiziato. Come spiegano dal Serafico, il laboratorio “è uno spazio che, attraverso l’incontro tra la dinamica formativa e l’aspetto più giocoso, permette ai ragazzi con disabilità di svolgere l’attività riabilitativa valorizzando le proprie competenze e le proprie abilità, esprimendo emozioni e mettendo al centro autenticità espressiva e unicità. Ognuno di loro, infatti, durante le ore passate nel Laboratorio teatrale, si mette alla prova per un lavoro divertente e diverso dal solito: qui infatti si vivono le storie, i vestiti sono tutti colorati; e poi c’è la musica, ci sono i personaggi da interpretare, il copione da studiare”.
L’obiettivo è quello di costruire storie e narrarle: “Così i ragazzi fanno emergere passioni e preferenze ed è qui che imparano a comunicare le proprie emozioni. Noi – continuano – lasciamo a ognuno di loro la propria autenticità espressiva e il proprio modo di essere, e il palcoscenico è il luogo migliore in cui poter fare tutto questo, in cui poter compiere questo percorso”. Nel corso del tempo, infatti, le attività di teatro e di musica dell’Istituto Serafico si sono unite, proprio perché la musica, così come l’arte in generale, accompagna il racconto di ogni storia, aiuta i ragazzi con disabilità a confrontarsi con una parte di se stessi e li stimola a esprimere la propria voce. “Prendersi cura dei più fragili infatti – aggiungono gli organizzatori del Laboratorio – non vuol dire rispondere esclusivamente ai bisogni primari dei ragazzi, ma significa anche ascoltarli, far emergere la loro voce, supportarli in tutte quelle attività che li rendono più forti e indipendenti”. E anche applauditissimi, per la messa in scena del caso, brillantemente risolto of course, dell’Ispettore Branchi
FOTO © Mauro Berti – Gruppo Editoriale Assisi News
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