“L’Italia è un paese che ha accolto e che in queste ore, mentre noi parliamo, sta accogliendo e continuerà ad accogliere”. Dalla Basilica Superiore di San Francesco si chiude così il Cortile di Francesco 2017, con il confronto “Genti del Mediterraneo” tra il cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontifico Consiglio per la Cultura e il ministro degli Interni Marco Minniti. A coordinare l’incontro Corrado Formigli.
“Io – ha detto Minniti – penso che noi dobbiamo fare di tutto per approvare lo Ius soli in questa legislatura, penso che ci sono le condizioni per costruire una maggioranza parlamentare, dobbiamo fare una battaglia politica e culturale, non c’è un rapporto tra gli sbarchi e lo ius soli, sono cose profondamente differenti, lo lo ius soli è per “uno che è nato in Italia e ha fatto almeno un ciclo di scuole, questo riguarda i figli di immigrati regolari che sono nati qui e hanno fatto ciclo di studi”.
Il ministro ha aggiunto che la comunità internazionale “ha responsabilità molto severe” su quel che è accaduto in Libia: “È stato fatto un intervento militare – ha spiegato Minniti al pubblico del Cortile di Francesco 2017 senza porsi minimamente il problema di quel che avveniva dopo. Se adesso qualcuno si occupa della Libia per cercare di stabilizzare il paese – ha concluso non può essere considerato un pericoloso estremista”. L’Italia continuerà dunque ad interessarsi dei problemi della Libia e delle migliaia di migranti che da quel paese tentano di partire per l’Europa.
Quando l’Italia dimostrerà di saper sconfiggere i trafficanti e gestire i flussi, ha aggiunto il ministro Minniti al Cortile dei Gentili “dovremo abolire la Bossi-Fini, a quel punto dovremo pensare ad una gestione dei flussi legali. Dobbiamo cancellare la parola emergenza: voglio che il tema non sia affrontato in termini emergenziali, penso che l’emergenza sia populista e la visione dei problemi sia riformista”. E a proposito di emergenza, a Lampedusa non c’è nessuna situazione di emergenza, come ha tenuto a sottolineare il ministro al sindaco dell’isola Totò Martello. “In questo momento a Lampedusa ci sono 187 migranti, uno dei numeri più bassi della storia degli ultimi anni. Se il sindaco vuole incontrarsi con me per come garantire al meglio la sicurezza dell’isola – aggiunge Minniti – lo incontro senza nessun problema, ma se guardiamo ai numeri non c’è una situazione che sta sfuggendo di mano”.
Prima dell’incontro, il cardinale ha visitato la mostra fotografica delle opere di Christo e della moglie Jeanne Claude (scomparsa nel 2009) fotografate da Wolfgang Volz, visibile fino al 7 gennaio al Chiostro dei Morti, prato Basilica Superiore, accesso Fai. “L’accoglienza – secondo quanto detto da Ravasi al Cortile di Francesco 2017 – deve avere il valore di questa parola: non deve essere soltanto l’offerta di uno spazio nel quale le persone stanno, magari, in maniera stretta e angosciata, ma far sì che trovino anche la bellezza e la serenità. È per questo che, come dice Papa Francesco, è arrivato il momento di introdurre il dono dell’accoglienza bella e buona”. “Con il ministro Minniti – ha proseguito il Cardinale Ravasi – ho avuto già altre occasioni di confronto e questa sera credo che potremmo dialogare da angolature diverse, non solo sullo ius soli, ma anche sull’altra componente che è quella dell’accoglienza”.
Il cardinal Ravasi ha anche aggiunto che “Lo Ius Soli è veramente una delle grandi strade di dignità e autenticità. Un popolo grande come quello italiano, deve riuscire ancora a ritrovare la capacità di far sì che nel suo terreno germoglino delle persone che sono diverse, ma hanno tante componenti con noi a partire certo dall’umanità, ma anche da un percorso di cultura. Credo che questo diritto debba essere realizzato”. Rispondendo alla domanda sulla paura del diverso, il religioso ha affermato che bisogna “ritornare ai volti, bisogna guardare alla comune umanità che ci unisce: a quel punto con tutti i limiti e le difficoltà riuscire a vedere che la diversità alla fine è come un arcobaleno dai colori diversi”.
Di accoglienza, al Cortile di Francesco 2017, ha parlato anche la presidente della Regione dell’Umbria Catiuscia Marini: “Preferiamo essere accusati perché accogliamo piuttosto che essere accusati perché abbiamo rifiutato di accogliere bambini, giovani, donne e uomini che provengono da Paesi poveri del sud del mondo”, ha dichiarato Marini al sito sanfrancesco.org. “Aver dedicato una parte del Cortile di Francesco 2017 ai temi più attuali, come quello del’accoglienza dei migranti – ha sottolineato la presidente – indica che questa terra vuole essere non solo terra di dialogo ma anche di accoglienza”. “Con grande orgoglio l’Umbria ospita questo appuntamento e ringraziamo i frati del Sacro Convento di Assisi, il Pontificio Consiglio della Cultura e la Conferenza Episcopale Umbra per averlo reso possibile. Il Cortile – ha aggiunto – è un luogo alto, di confronto delle idee, dialogo, pensiero e, cultura. Un luogo di cui abbiamo bisogno in questi tempi in cui siamo chiamati a scelte difficili e complesse. Per questo c’è bisogno di incontri, riflessioni, spiritualità e umanità. Gli ospiti presenti alla manifestazione permettono di fare tutto questo ad Assisi, in Umbria”.
Foto © Rivista San Francesco Patrono d’Italia/Per gentile concessione
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