Un trentaseienne è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia, ‘aggravati’ dal fatto di averli compiuti di fronte al loro bimbo di un anno. Per fortuna la donna, una ventiseienne, è riuscita a contattare la polizia, ponendo fine a quello che viene definito un vero e proprio delirio. Giovedì sera la sala operativa del commissariato di Assisi ha ricevuto la richiesta d’aiuto di una donna che al telefono gridava disperata il suo nome e poi la chiamata si interrompeva bruscamente. L’operatore riusciva a ricontattare il numero chiamante al quale rispondeva la stessa donna che piangendo implorava aiuto perché stava per essere ammazzata. Capita la gravità della situazione, l’agente ha cercato di tranquillizzare la donna, chiamando contemporaneamente la volante.
Gli agenti del vicequestore aggiunto Francesca Domenica Di Luca, giunti immediatamente a Bastia Umbra, approfittando dell’uscita di un condomino dall’abitazione segnalata, riuscivano ad entrare nell’abitazione. Alla porta si presentava una 27enne di origini albanese che lamentava forti dolori, con il volto tumefatto, il labbro inferiore con una grossa lacerazione dal quale usciva copiosamente sangue, con le orbite oculari ormai semichiuse per le ecchimosi. Dietro di lei, un 36enne italiano, già noto alle forze dell’ordine, cominciava ad insultare la donna, sua moglie, per le sue origini straniere e in preda all’ira e allo stato di alterazione dovuta all’abuso di alcolici, si avventava nuovamente contro di lei con pugni stretti ma grazie agli agenti presenti veniva bloccato. La donna, una volta salvata, ha raccontato ai poliziotti di essere stata ferocemente picchiata dal marito. Una furia causata da una semplice domanda, dove fosse stato l’uomo che era uscito da casa ed era rientrato poco dopo per pagare una bolletta. A questo punto il 36enne, senza motivo, la aggrediva colpendola con forti calci e pugni in tutte le parti del corpo fino a farla cadere a terra e anche, a quel punto, il marito continuava ad inveire su di lei colpendola con calci al costato e al volto. La donna riusciva a rialzarsi e a rifugiarsi in camera da letto, dove però veniva raggiunta dall’uomo che la picchiava con schiaffi al costato e al volto, riuscendo a strapparle dalle mani il telefono con il quale la povera donna aveva provato a chiamare il 112.
Accortosi della richiesta d’intervento della polizia, il marito le sferrava ancora calci e pungi in tutto il corpo. I segni della violenta colluttazione avevano lasciato traccia in tutta la casa, completamente a soqquadro. Anche le sponde della culla del loro bambino di un anno erano tutte danneggiate. La donna raccontava agli agenti che si erano rotte a seguito della caduta dell’uomo, spinto dalla donna durante la colluttazione nel tentativo di difendersi. Il bambino invece era rimasto tutto il tempo in soggiorno. La donna raccontava che quello non era il primo episodio di violenza ma non si era mai rivolta alle forze dell’ordine perché sperava in tal modo di tenere unita la sua famiglia, ma negli ultimi mesi la situazione era peggiorata e diventata insostenibile. Per la 27enne la prognosi è di 27 giorni, per il trauma riportato alle labbra e al volto. Al termine delle cure veniva condotta con il figlio presso un’abitazione protetta. L’uomo è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia ed è, per il momento, ai domiciliari.
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