Si è aperto il procedimento a carico di otto dei nove ragazzi imputati per l’omicidio di Filippo Limini, 25enne spoletino morto la notte di Ferragosto a Bastia Umbra. Brendon Kosiqi, il giovane alla guida dell’auto, ha chiesto di patteggiare quattro anni per omicidio stradale e rissa. La notizia è riportata da Umbria24. Gli otto giovani devono rispondere dell’accusa di rissa; per due di loro, Valentino George Neculai e Denis Hajderlliu, c’è anche l’accusa di omicidio preterintenzionale, mentre a Kevin Malferteiner, il giovane che la notte di Ferragosto viaggiava nella Opel Corsa insieme a Brendon, viene contestato l’omicidio stradale. Gli altri quattro ragazzi sono tutti accusati di rissa e fanno parte del cosiddetto gruppo degli spoletini: uno di loro ha scelto l’abbreviato, gli altri tre patteggiano pene inferiori a 12 mesi, mentre il nono ha scelto l’ordinario.
Secondo l’accusa e la prima ricostruzione basata sulle indagini dei carabinieri guidati dal tenente colonnello Marco Vetrulli e sulle testimonianze di chi ha assistito ai fatti, Neculai avrebbe colpito il 25enne spoletino con un calcio quando era ancora a terra. Dopo una rissa verbale e fisica sia nel locale che per strada tra i due gruppi di giovani, quello spoletino e quello bastiolo, Filippo Limini era stato colpito al volto da un pugno sferrato da Hajderlliu e poi investito dall’auto condotta da Kosiqi. Arrestati dai carabinieri poche ore dopo i fatti, per loro il pm Paolo Abbritti aveva chiesto il carcere, ma il gip Natalia Giubilei aveva deciso di concedere gli arresti domiciliari, perché pur rilevando la “sussistenza delle esigenze cautelari per il concreto pericolo di reiterazione del reato” e che “gli indagati hanno dato dimostrazione, nell’occasione, di non riuscire a controllare i propri impulsi violenti, come emerge dalle modalità della condotta, originatesi per motivi assolutamente futili”, aveva rilevato come “dall’altra parte vi era un gruppo di persone ben più nutrito, tra cui la vittima, che è si è contrapposto con una violenza addirittura superiore se si tiene conto dell’inseguimento e dell’aggressione con corpi contundenti, come attestano gli ingenti danni alla vettura”. Sempre secondo la ricostruzione, infatti, i quattro giovani che rispondono delle accuse più pesanti stavano raggiungendo l’Opel Corsa, quando sarebbero stati circondati dal gruppo degli spoletini armato di chiavi inglesi metalliche e altri oggetti.
© Riproduzione riservata

