Ha raccontato di essere una ragazza madre di un figlio nato da un uomo che non ha voluto riconoscere il bambino, ha chiesto – e ottenuto – i contributi previsti dalla legge per un anno intero, fin quando ulteriori verifiche hanno permesso di accertare che la giovane donna è sì madre, ma il bambino è stato riconosciuto dal padre.
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La donna, che all’epoca dei fatti (2007) aveva 27 anni e oggi ne ha 36, si è difesa di fronte ai giudici spiegando che suo figlio ha un padre a sua insaputa: “In dieci anni, solo disinteresse: non mi ha mai dato un soldo”, l’argomentazione della presunta ragazza madre riportata dal Messaggero Umbria.
Il Comune di Assisi ha pagato 18.250 euro indotto, secondo le accuse, proprio dalla falsa dichiarazione della madre in difficoltà. Da qui la denuncia e il giudizio disposto dal gip Valerio D’Andria, con la storia che è arrivata ieri i tribunale. A causa dell’astensione degli avvocati prevista fino a venerdì, la discussione non c’è stata e il processo è stato rinviato al prossimo 4 ottobre, quando la ragazza madre potrà spiegare le sue ragioni.
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