“La comunità francescana del Sacro Convento di Assisi segue con particolare attenzione e con la preghiera la visita di Papa Francesco in Egitto. All’intercessione di San Francesco i frati di Assisi affidano gli incontri che nei prossimi giorni il Santo Padre vivrà in Egitto alla ricerca di pace. Questo viaggio per noi frati di Assisi – dichiara il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti – apre simbolicamente anche un cammino verso l’ottocentesimo anniversario dello storico incontro del 1219 tra il Santo della Pace e il Sultano Melek-al-Kamel, tra Cristiani e Musulmani”.
“Il prossimo viaggio del Papa in Egitto in un contesto di tensioni diplomatiche, di guerre e atti terroristici ne richiama un altro”, scriveva nei giorni scorsi Padre Enzo Fortunato citando il viaggio compiuto “Nel mese di giugno del 1219 da Francesco d’Assisi che si imbarcò per l’oriente e, giungendo a Damietta, incontrò il Sultano d’Egitto Melek-al-Kamel, nipote del Saladino, nome con il quale è conosciuto in occidente Salh al-Din, il fondatore della dinastia Ayubbide e sultano dell’Egitto e della Siria negli ultimi decenni del XII secolo. Fu lui a conquistare Gerusalemme nel 1187, ricordato per essere non solo un grande condottiero ma anche per essere stato un abile politico riuscendo a raggiungere un compromesso con le forze cristiane sconfitte in Palestina. Ma una domanda potrebbe sorgere spontanea, Francesco e il Sultano si sono davvero incontrati? Fonti francescane – e non solo – lo confermano: la Historia occidentalis del vescovo di San Giovanni d’Acri Giacomo da Vitry; il cronista Ernoul, continuatore della Cronaca di Guglielmo di Tiro; il cronista Bernardo il Tesoriere; e infine l’epigrafe funeraria di Fakhr ad-Din Muhammad ibn Ibrahim Fârîsi al cimitero di Qarâfa al Cairo, che a Francesco sembra alludere. Queste testimonianze corroborano quella di Tommaso da Celano e quelle di Giordano da Giano e di Bonaventura che potrebbero altrimenti venir sospettate di aver fondato la leggenda dell’incontro per ragioni e scopi interni all’Ordine o relative alla sua immagine”. Fortunato concludeva poi ricordando come quello del Papa forsse “Un viaggio che desta la massima attenzione dei frati di Assisi. Questo incontro apre simbolicamente l’ottocentesimo anniversario della stretta di mano, dell’abbraccio tra cristiani e musulmani. Un incontro che sembra calarsi, purtroppo, in un “nuovo medioevo” in cui si tagliano teste e si combatte in nome di Dio. Noi, non vogliamo ripiombare nel medioevo, ma vogliamo aprire le porte e percorrere le strade ancorati al dialogo e al rispetto reciproco”.
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