Assisi si conferma la città dell’accoglienza: nella giornata di domenica la famiglia Kmosh è stata ricevuta in Comune dal sindaco Stefania Proietti, insieme agli assessori Valter Stoppini, Veronica Cavallucci, Claudia Travicelli, Eugenio Guarducci e Simone Pettirossi; presente anche don Mario Cornioli, sacerdote del patriarcato latino di Gerusalemme, e la presidente dell’Istituto Serafico, Francesca Di Maolo.
Cristiani iracheni cacciati da Kirkuk a causa della loro fede cristiana, la famiglia Kmosh è arrivata in Italia grazie all’impegno di don Cornioli, dei diplomatici, della Caritas e dell’Unhcr, e del Serafico, che grazie al progetto dei Letti di Francesco potrà prendersi cura della piccola Shosho, affetta dalla nascita da una paralisi cerebrale. La permanenza ad Assisi della famiglia Kmosh è possibile anche grazie al contributo della Caritas diocesana di Assisi – Nocera Umbra e Gualdo Tadino, che si occuperà dell’accoglienza, e al Sacro Convento di Assisi, che ha messo a disposizione una casa.
Il sindaco e l’amministrazione comunale hanno regalato ai sei ospiti generi di prima necessità e regali per i bambini, e si sono attivati affinché la più piccola della famiglia Kmosh possa frequentare sin da subito la scuola, che ha cominciato nei giorni scorsi, mentre per i due figli più grandi della famiglia è prevista l’attivazione di corsi di italiano (e il Comune lavorerà affinché la figlia più grande, pianista, possa essere inserita in una scuola di musica).
Il sindaco Proietti si è resa disponibile per qualsiasi evenienza, ringraziando il Serafico e la presidente Di Maolo per “il prezioso – e silenzioso – lavoro che l’Istituto svolge”. “Hanno lasciato ogni cosa, gli affetti, la propria casa, i propri sogni – ha detto Di Maolo – ora tutto inizia di nuovo. Noi possiamo aiutarli a credere in un futuro migliore”.
© Riproduzione riservata