Domenica 27 marzo, durante le giornate del FAI organizzate quest’anno anche a Rocca Sant’Angelo, dalle ore 16:00 organizzeremo una manifestazione simbolica per dire “NO alla sciagurata decisione” sulla zona di protezione di San Gregorio.
Il riferimento è alla decisione della Regione, presa nel 2020, di modificare gli attuali confini della zona di ripopolamento e cattura a San Gregorio, prevedendone la riduzione da 541,96 ettari a soli 173,95. Una decisione (difesa dai richiedenti) che peraltro è in contrasto con il piano faunistico venatorio della Regione Umbria 2019-2023 in quanto – ricordano i manifestanti – “la superficie agro-silvo-pastorale protetta si attesta intorno al 18,0%, quindi al di sotto della quota minima del 20% stabilita dalla legge regionale del ’94. Per raggiungere tale soglia servono 12.479,22 ettari”. Oltre a ciò, la zona vede “eremi e ritiri spirituali e di riflessione, campus e percorsi didattici, ricezione turistica con finalità escursionistiche, passeggiate ecologiche a piedi e in bicicletta”. Attività incompatibili con le doppiette.
“Purtroppo, dobbiamo prendere atto della situazione assurda che i nostri amministratori ci fanno vivere. In questo tempo disgraziato di Coronavirus e ora di Guerra, nonostante tutto, hanno pensato bene che fosse giunto il momento di sconvolgere ulteriormente l’ambiente naturale della nostra zona revocando l’area di protezione, più propriamente denominata ZRC di San Gregorio”, segnalano gli organizzatori della protesta di domani (domenica 27 marzo 2022). “È una zona delicatissima sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista spirituale che turistico. Siamo nel comune di Assisi a pochi chilometri di distanza dalla Basilica di San Francesco. La riapertura della caccia di questo territorio protetto in cui non si è potuto mai cacciare, in quanto prima Oasi e dal maggio dell’1982 al 28 febbraio 2022 ZRC, sarà uno sfregio enorme che altererà inevitabilmente e definitivamente il delicato equilibrio raggiunto in tutti questi anni da un ricostituito ecosistema, ove sono presenti anche specie faunistiche non tipicamente venatorie, rare e difficilmente rintracciabili altrove tra cui poiane, falchi, picchi, upupe, scoiattoli, tassi, ghiri, oltre a caprioli lepri e fagiani”.
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