“La decisione di interrompere (per almeno un mese, si dice) l’attività chirurgica all’ospedale di Assisi è assurda, grave e inaccettabile. L’assenza di personale, che viene addotta come motivazione, non giustifica tale impostazione e semmai conferma l’inadeguatezza delle politiche messe in atto dalla giunta regionale”. Lo scrive lo Spi Cgil – il sindacato dei pensionati. Una presa di posizione che arriva dopo il botta e risposta tra il sindaco Stefania Proietti e l’assessore Massimo Paggi e il consigliere regionale Stefano Pastorelli.
Lo scrivono Maurizio Ceccarani (segretario Lega SPI CGIL Assisi-Bastia) e Mario Bravi(segretario prov.SPI CGIL Perugia), secondo cui “La realtà amara è che nella nostra regione manca una politica sanitaria all’altezza della situazione e quando una politica c’è è tutta impostata sullo smantellamento del servizio sanitario pubblico e sulla privatizzazione, come dimostrano le linee guida del nuovo Piano sanitario regionale. Tale impostazione però si scarica sui cittadini (come dimostra anche l’annosa questione delle liste d’attesa), a partire dai pensionati e dagli anziani, che esprimono più bisogni e più fragilità”.
Per i due sindacalisti, “l’ospedale di Assisi è strategico non solo per le 60 mila persone, che abitano nel territorio circostante, ma anche per quello che la città di San Francesco esprime da un punto di vista turistico e non solo. Noi ci opponiamo alla scelta di chiudere l’ospedale e proporremo da subito, di costruire un’immediata mobilitazione unitaria e popolare per tutelare un presidio cosi’ importante per la difesa della
salute dei cittadini!”
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