Si è concluso sabato pomeriggio il 35° Congresso Nazionale del CNIS (Coordinamento Nazionale degli Insegnanti Specializzati) che, come ogni anno, ha voluto fornire a tutti gli operatori che lavorano nel settore scolastico, educativo e sociale, un quadro aggiornato dei contributi della Ricerca, della Psicologia dell’Apprendimento, delle Neuroscienze e delle sue applicazioni didattiche nella Scuola e negli altri contesti educativi. Quest’anno, l’evento si è svolto il 6 e 7 Aprile ad Assisi; ha avuto il patrocinio dell’Università di Perugia, dell’Ufficio Scolastico Regionale, della Regione Umbria e del Comune di Assisi ed è stato realizzato in collaborazione con l’Istituto Serafico a 4 anni dal suo riconoscimento da parte della Regione Umbria quale centro per la diagnosi, la certificazione e il trattamento dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e primo centro umbro associato “Polo Apprendimento” con la direzione scientifica della Professoressa Daniela Lucangeli.
Il convegno con gli insegnanti specializzati ha visto impegnati circa 100 relatori e la partecipazione di oltre 300 operatori del settore; tante le voci a confronto nell’ambito delle professionalità chiamate a convegno, per due giorni di lavori congressuali molto intensi articolati in letture magistrali, relazioni, sessioni parallele e tavola rotonda; sono state affrontate, analizzate e discusse tematiche attuali e molto diffuse, quali l’apprendimento in situazioni difficili, il potenziamento delle abilità, strategie e uso di strumenti di comunicazione alternativa e buone pratiche educative, neuroscienze e neurodidattica. Il tutto nell’ottica di una riflessione ampia sui BES, i Bisogni Educativi Speciali manifestati da tutti quegli alunni che presentano difficoltà e che richiedono interventi individualizzati non obbligatoriamente supportati da una diagnosi medica e/o psicologica, ma comunque riferiti a situazioni di criticità tali da prefigurare un intervento mirato e personalizzato. Gli operatori del Serafico impegnati nel settore dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, hanno presentato cinque relazioni; è stata l’opportunità per fare un primo bilancio dell’attività con quasi 400 trattamenti riabilitativi e 300 interventi educativi erogati nel solo 2017 con specifici elementi sul potenziamento della matematica, sulle strategie creative per la comprensione del testo scritto, sulle diverse metodologie dell’intervento logopedico, sui risultati di uno studio longitudinale condotto in una scuola dell’infanzia per la prevenzione dei disturbi specifici dell’apprendimento e sulle le problematiche dei disturbi del comportamento.
Il convegno con gli insegnanti specializzati e le 10 sessioni parallele hanno messo in evidenza che attraverso l’attività educativa si può ottimizzare al massimo la “plasticità cerebrale” di un bambino, a condizione che siano applicate da operatori competenti, con metodologie di intervento rigorose e validate scientificamente e con strumenti e tecnologie adeguate. I risultati migliori, come dimostrano i dati della ricerca scientifica, sono raggiungibili attraverso l’intervento precoce, anche nelle situazioni di eventuale disabilità (linguaggio, apprendimento, sviluppo cognitivo etc.). Gli esperti inoltre concordano nel ritenere che le azioni di prevenzione ed intervento vanno realizzate in modo integrato fra tutte le figure che hanno in carico il bambino: a partire dai pediatri nei primi mesi di vita, dalla famiglia, la scuola, gli operatori. Infine, forse il ’’messaggio’’ più importante che il convegno ha lasciato è che non solo il diritto all’educazione è la premessa fondamentale per lo sviluppo della persona, ma è anche lo strumento più valido per combattere povertà, emarginazione e sfruttamento
© Riproduzione riservata

