(Flavia Pagliochini, Stefano Berti) Torna inStudio per Assisi News: ospite il dj assisano Francesco Bartolucci, in arte Franco B., che dai locali di Assisi è passato ai grandi festival. Assisi News inStudio è un format a ‘puntate’, dedicate ad attualità, economia, politica, sport, cultura, eventi e manifestazioni.Un mini programma tv, con ospiti in studio i rappresentanti delle realtà cittadine, laiche e religiose e ovviamente istituzionali, registrate direttamente nella sede aziendale della F.lli Berti Comunicazione e Design s.n.c., per arricchire ancora di più l’ampia offerta dedicata all’informazione territoriale e non solo. Le domande e il coordinamento editoriale sono di Stefano Berti e Flavia Pagliochini. Immagini e montaggio: Federico Baglioni. Assistente di studio: Alessio Barbanera. Grafica, coordinamento tecnico e produzione: bertidesign. Ricordiamo che il testo dopo il video è una sintesi fedele ma non una trascrizione integrale dell’intervista. (Continua dopo il video)
Assisi negli anni ha sfornato grandi artisti che, anche per la grande passione, sono arrivati a collaborazioni importanti. Tra questi c’è Francesco Bartolucci, in arte Franco B. Come è nata questa grande passione per la musica? “È nata sin da piccolo – risponde – con le cassette che registravo per radio, e doppiavo agli amici. Parliamo di elementari/medie, già da lì c’era qualcosa che mi stimolava a condividere la musica. Ho sempre proposto quello che mi piaceva, poi il gusto nel tempo si è evoluto. E anche oggi propongo quello che mi piace, a volte faccio cose diverse per goliardia, ma è difficile. Il genere con cui sono nato è stata la club music, poi funk, afro, jazz, elettronica… che hanno influenzato la house… prima da ragazzino ascoltavo rock, metal, sono stato di recente a vedere gli Iron Maiden…“.
Oggi Franco B. è un volto conosciuto, ma ovviamente non è stato sempre così: “All’inizio, era circa il 1995, le cose sono nate per divertimento: ho cominciato con Cesare Elisei e Andrea Volpi, quasi per diletto, con le festicciole tra di noi. Loro hanno smesso, io ho proseguito e sono passato a piccole collaborazioni locali, anche in ambienti più laici rispetto ad Assisi. È un peccato che ora ad Assisi si faccia molto meno di allora“. A complicare la mancanza di eventi c’è anche la pandemia: “Questo è infatti un mondo che già prima della pandemia non passava un bel momento, parlo di club, locali e discoteche. Hanno preso piede tante altre cose che prima non c’erano, il sabato sera anni fa era sacro e a Perugia ballavano circa 25.000 persone. Oggi ce ne sono un quinto e parlandone con un promoter mi diceva che fatica sia la scena dell’underground ma anche quello più commerciale“.
Dai locali e dalle feste ‘caserecce’, sono arrivate le collaborazioni con Dancity Festival e poi eventi in una realtà dinamiche di Foligno: “Tutto ciò è stato una base importante. Già prima collaboravo con realtà del perugino, Dancity mi ha permesso di affacciarmi al mondo dei giovani. Il mondo della musica è infinito, ho avuto la fortuna di potermi esprimere in vari tipi di console, da quella più popolare a quella più di nicchia. Ho girato il mondo per la musica, per gli eventi e per comprare dischi. Io mi sono fatto una cultura che ho poi allargato su più generi, ho circa 7.000 dischi, alcuni non passeranno mai di moda e li ascolterò a vita, alcuni hanno la scadenza… alcuni li ascolto e li propongo, altri li ascolto solo perché sono ‘insuonabili’“.
C’è qualcosa che Franco B. sogna di fare? “Fortunatamente quello che ho potuto e voluto fare l’ho fatto. Io non sono un produttore, oggigiorno per affacciarsi su scenari e palcoscenici devi essere anche produttore: ma lo studio è una cosa, io sono solo dj e non un ‘animale da studio’“. Ma cosa significa portare il nome di Assisi in giro per il mondo? “Assisi uno la porta sempre in giro con grandissimo orgoglio, è per me una particolarità: i miei colleghi sono perugini e folignati, dire assisano è più raro. Ho l’Umbria nel cuore, per me è una nazione a parte“. L’intervista si chiude con un excursus sul passato e su cosa consiglierebbe Franco B. a un giovane: “Con l’avvento del digitale è cambiato tutto, prima dovevi comprare il vinile e ‘buttarci’ un mucchio di soldi, prima i soldi dello stipendio finivano quasi tutti nei dischi, adesso con un pc si potrebbe avere a disposizione tutta la tecnologia nel mondo. Cosa consiglierei a un giovane? Di fare la gavetta, non si è arrivati dopo un mese e mezzo. Ci vuole molta esperienza.. non è un mestiere facile, capire le persone e ricevere qualcosa dalle persone…. poi in questo periodo è complicato. Mi aspettavo una ripartenza molto più forte, che non c’è stata. Ma suonare e vedere la gente che balla sulla tua musica ti dà molta carica, quando entri in sintonia con chi ti sta davanti è una soddisfazione molto grande… forse bisognerebbe ballare di più e stare meno sui telefoni!“.
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