Il sindaco di Assisi ha inviato una lettera a tutti i parlamentari eletti in Umbria chiedendo aiuto per far inserire Assisi nell’elenco delle città d’arte, previste nel decreto legge di agosto che dovrà essere convertito, che beneficeranno di contributi a fondo perduto. Al momento la città serafica è fuori, perché, in sintesi, è “colpa” del rapporto tra numero di presenze di turisti stranieri e residenti che, per le città che non sono metropolitane, deve essere del triplo. Di seguito il testo integrale della missiva del sindaco e, a seguire, le prese di posizione sull’argomento.
Caro Parlamentare,
ho deciso di scriverti per chiederti aiuto, per rappresentarti la situazione che sta vivendo la città che ho l’onore di amministrare. Assisi è una città in sofferenza, è una città che più di altre ha risentito e sta risentendo degli effetti del Covid. Qui ci sono ancora molti alberghi che non hanno riaperto, qui ci sono ancora molte attività che non hanno rialzato le saracinesche, perché nonostante qualche lieve segnale di ripresa, il quadro socio-economico è veramente drammatico.
Assisi fino all’anno scorso accoglieva milioni e milioni di turisti, toccando da sola il 25 per cento delle presenze nella regione. Con il Covid la città, come tutte del resto, si è spenta, chiudendosi durante il lockdown in un silenzio irreale e in un immobilismo profondo. Assisi senza turisti è una città senz’anima eppure la sua straordinaria forza sta proprio nell’attuare, ogni giorno, i valori francescani dell’accoglienza e della spiritualità. Le ripercussioni di quel periodo le stiamo vivendo drammaticamente tutti i giorni. Come amministrazione abbiamo adottato tutti i provvedimenti possibili di nostra competenza, dallo slittamento dei tributi alle riduzioni delle tariffe dei parcheggi, e stiamo vedendo con enorme difficoltà – per un bilancio comunale che si basava sulle entrate extratributarie dal settore del turismo – come poter ridurre le tasse a cittadini e imprese che vivevano di turismo senza mai dimenticare i più deboli e i più poveri con la consegna di buoni spesa e la distribuzione di aiuti economici e pacchi alimentari. Quando qualche giorno fa – proprio nei giorni in cui scoppiavano i casi positivi al Sacro Convento – ho letto i contenuti del DL di agosto dove sono previste misure per le città d’arte danneggiate dalla pandemia ho provato un senso di sbalordimento e solitudine.
Assisi non è stata inserita nell’elenco delle 29 città d’arte a cui verrà assegnato il nuovo contributo a fondo perduto per sostenere le attività commerciali dei centri storici vista la “massiccia perdita di presenze turistiche straniere” causa Covid. La norma contenuta nel decreto vale 500 milioni e assegna un contributo alle attività “di vendita di beni o servizi al pubblico” che a giugno abbiano registrato perdite del 50% rispetto al 2019, ed è destinato alle città ad alto flusso turistico. Presenti mete top del turismo come Venezia, Firenze e Roma, ma anche piccole città come Pisa o Rimini, Agrigento o Padova, ma anche Como e Bergamo, Urbino e Ragusa, Verbania e Lucca, insieme a Milano tra le zone più colpite dalla pandemia. Contro quest’esclusione ingiusta – poiché Assisi vanta un numero di presenze turistiche superiori a quelle di oltre 1/3 delle città finanziate – mi sono mossa presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e presso il Ministero dei Beni Culturali, esprimendo la mia totale contrarietà. Oggi Assisi ha bisogno del tuo aiuto, ha bisogno dei rappresentanti umbri in Parlamento affinché il suo nome, prestigio per l’Italia nel mondo nonché città del Patrono d’Italia, venga, in fase di conversione del decreto, inserito nella lista e goda dei benefici previsti. E’ una battaglia politica trasversale, che deve accomunare tutti, al di là dei partiti e delle appartenenze, perché si tratta di garantire il futuro della nostra comunità e della nostra regione! Ti chiedo pertanto di attivarti immediatamente nelle sedi opportune per il bene di Assisi, per il bene dell’Umbria! Certa del Tuo interessamento, con deferente stima, porgo i miei più cordiali saluti,
Stefania Proietti”.
Sul tema dei mancati contributi anche tante altre prese di posizione. Eccole di seguito in ordine cronologico di arrivo.
“L’esclusione di Assisi dall’elenco delle città d’arte ad alta vocazione turistica è inspiegabile quanto inaccettabile”. Così in una nota i senatori Luca Briziarelli, Gian Marco Centinaio, responsabile nazionale dipartimento Turismo e Lucia Borgonzoni responsabile nazionale dipartimento Cultura. “Le città d’arte indicate del Decreto Legge riceveranno 500milioni di euro a fondo perduto per sostenere le attività commerciali presenti nei centri storici. Il criterio individuato per la scelta è quello del rapporto tra numero di presenze di turisti stranieri e residenti che, per le città che non sono metropolitane, deve essere del triplo. In maniera del tutto arbitraria il Ministero ha però deciso di escludere i Comuni che non sono capoluogo di Provincia a prescindere dalle presenze. Ciò ha determinato l’esclusione di un Comune come quello di Assisi che, a fronte di 28mila residenti, conta 1 milione e 200mila presenze turistiche delle quali 600mila sono straniere con un rapporto di ben 20 volte rispetto ai residenti. Il caso di Assisi è emblematico, ma stessa sorte è toccata anche ad altre realtà italiane, per questo come Lega – spiegano i senatori del Carroccio – chiederemo che i contributi siano assegnati a tutti i Comuni d’arte ad alta vocazione turistica che rispettino il rapporto fra presenze straniere e residenti”.
“C’è qualcosa di perverso – dice Modena – nell’art 59 del decreto Agosto che disciplina la scelta dei Comuni ove chi ha subito perdite per le attività di vendita di beni e servizi nei centri storici può accedere ai contributi a fondo perduto, ma i criteri sono così “pre-costituiti” che quattro regioni, Umbria, Molise, Calabria e Friuli restano escluse. Perché è stato scelto un metro di paragone diverso per il calcolo della presenza degli stranieri nelle città metropolitane rispetto ai capoluoghi? Perché per le prime è sufficiente un numero pari o superiore di stranieri rispetto ai residenti e per le seconde invece tre volte tanto? Con questi parametri città importanti come Perugia e Terni sono tagliate fuori. I numeri aiutano a capire: In Umbria vivono 878.540 persone. Il 2019 ha visto un totale di 2.228.202 di presenze straniere, a Perugia 356.602 e a Terni 45.011 ( numero abitanti 166.969 e 110.530). Si può pensare che i centri storici non siano stati colpiti? Per tacere poi di tutti gli altri Comuni città d’arte, da Assisi a Orvieto. E’ un po’ come dire che – aggiunge Modena – il Governo ha scelto di abbandonare i comuni più piccoli che da decenni si ingegnano nel creare vie turistiche dai variopinti nomi perché tanto gli affari si fanno con i grossi numeri. Si ha la sensazione di un metodo scelto a priori, magari per far rientrare alcune città e non basato su un reale monitoraggio dei bisogni delle attività dei centri storici dedite alla vendita di beni e servizi al pubblico. Una visione che priva il Paese di una sua identità. Mi auguro che con il lavoro parlamentare si trovi un diverso equilibrio”.
Sempre la Lega, ma stavolta con i parlamentari Virginio Caparvi, Valeria Alessandrini, Stefano Lucidi, Riccardo Augusto Marchetti, Simone Pillon e Barbara Saltamartini, insieme al capogruppo Lega in consiglio regionale, l’assisano Stefano Pastorelli, denuncia come “Il Governo si ‘dimentica’ ancora una volta dell’Umbria. Nel DL agosto, per il fondo perduto agli esercenti del centro storico, che prevede un finanziamento globale di 500 milioni di euro, non c’è la città di Assisi. Nei criteri di ripartizione delle risorse – dicono i parlamentari e il consigliere regionale – il Mibact ha considerato solo capoluoghi di provincia e città metropolitane che hanno avuto una presenza di turisti stranieri lo scorso anno di almeno tre volte i residenti – spiegano Caparvi e Pastorelli – Assisi non è capoluogo di provincia o città metropolitana, però ha largamente ricevuto oltre tre volte i turisti stranieri, oltre ad essere simbolicamente la capitale d’Italia per quanto riguarda il turismo soprattutto quello religioso. È scandaloso che Assisi non sia tra le città d’arte ad alta vocazione turistica destinatarie dei finanziamenti”. Gli esponenti della Lega proporranno emendamento in Parlamento affinché vengano rivisti criteri di assegnazione delle risorse per le città d’arte, mentre il consigliere Pastorelli si farà portavoce del problema presso la Governatrice Donatella Tesei. “Appena saputo dell’esclusione di Assisi – spiega Pastorelli – ho avvertito i parlamentari della Lega che si sono mossi prontamente. Paradossale che il sindaco Proietti di centrosinistra si esponga in contrasto con il suo governo e debba chiedere aiuto alle forze che a livello nazionale sono in opposizione. Noi come Lega non guardiamo agli schieramenti politici, ma alla città di Assisi e faremo il possibile affinché vengano fatte le opportune modifiche Decreto agosto”.
“Dopo l’appello del sindaco Stefania Proietti – la nota congiunta dei parlamentari umbri Filippo Gallinella (5 Stelle) e Walter Verini (PD) – abbiamo contattato il Ministero dei Beni Culturali e lo stesso ministro. In realtà, ovviamente, non c’è stata nessuna volontà di esclusione, ma l’applicazione di un parametro numerico che fissa il rapporto tra turisti stranieri e residenti nel 2019. L’applicazione di questo parametro ha causato mancati sostegni a città – come Assisi- che per tanti e solidi motivi, come ben spiegato nella lettera del sindaco, meritano risorse e finanziamenti che possano far ripartire tante attività messe a terra dalla pandemia e dai suoi effetti. Per questo ci attiveremo in Parlamento per cercare di allargare questi parametri e dare una risposta a una realtà così rilevante non solo per l’Umbria ma per l’Italia e il mondo”.
Nel tardo pomeriggio i ringraziamenti del sindaco Proietti: “Assisi è una città che per la sua storia e la sua valenza appartiene all’umanità. Il fatto di essere stata esclusa dall’elenco delle città d’arte beneficiarie del contributo a fondo perduto è un’ingiustizia e anche un clamoroso errore politico a cui chiedo, a nome della cittadinanza e dell’importanza che Assisi riveste come centro universale della spiritualità, di rimediare nel corso della conversione in legge del decreto”. A parlare così è il sindaco Stefania Proietti che spiega le ragioni della sua lettera inviata ai rappresentanti umbri alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica.
“Il mio appello ai parlamentari umbri, a tutti, indipendentemente dal colore politico – scrive Proietti – è stato dettato esclusivamente dall’interesse generale, non certo da un interesse di parte ed è arrivato dopo diverse interlocuzioni a Roma per segnalare la ferma contrarietà all’esclusione. Pertanto ringrazio nell’ordine tutti coloro che hanno risposto alla mia richiesta di aiuto, ringrazio i senatori Fiammetta Modena (Forza Italia), Nadia Ginetti (Italia Viva), Emma Pavanelli (M5S), gli onorevoli Valter Verini (Pd) e Filippo Gallinella (M5S) che hanno testimoniato il rispetto istituzionale e soprattutto l’impegno a mettersi a disposizione della causa Assisi.
Ringrazio altresì tutti i parlamentari della Lega, Virginio Caparvi, Valeria Alessandrini, Luca Briziarelli, Stefano Lucidi, Riccardo Marchetti, Simone Pillon e Barbara Saltamartini, che hanno annunciato la presentazione di un emendamento. Ringrazio infine il consigliere della Lega Stefano Pastorelli per quello che riuscirà a fare a livello regionale, sperando che sul caso Assisi pensi per una volta al bene della Città Serafica, e non ai suoi piccoli obiettivi. Questa battaglia deve interessare tutti, al di là degli schieramenti, e non diventare bega politica di questo o quel gruppo, di questo o quel politico. Assisi e l’Umbria hanno bisogno di buona politica, non di becere strumentalizzazioni”.
(Articolo aggiornato per tutta la giornata del 14 agosto)
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