“L’equinozio d’autunno ha sancito la fine dell’estate; l’ennesima senza poter usufruire delle infrastrutture del Centro Sportivo di Assisi. In questi giorni si fa un gran parlare del suo recupero senza però promuovere progetti realistici e soprattutto attuabili”. Lo scrive alla redazione di AssisiNews Mario Bellini che, “Come cittadino e ancor più come ex fruitore (per ragioni anagrafiche)”, scrive per dare il suo “modesto contributo all’ argomento in questione. Dico subito che non presenterò la mia idea; non perché non sia realistica e attuabile, ma perché mi scontrerei con gli immancabili hater e non intendo dare adito a sterili polemiche”.
“Esporrò pertanto – scrive ancora Mario Bellini – quello che reputo NON sia idoneo ad affrontare il problema. Il “Centro” è sorto alla metà degli anni ’70, mezzo secolo nella società attuale equivale ad un’ era geologica della società pre-industriale. Reputo pertanto superate le decennali (sempre le stesse) proposte di riutilizzo dimostratesi inefficaci e improduttive. L’antico senso del binomio città-campagna è cambiato; le zone non urbanizzate e quelle ipoteticamente urbanizzabili fungono da nuovo luogo per l’ozio, la salute, lo sport, il turismo intensivo, come una rete che costituisce un tessuto pseudo urbano gerarchico in embrione che riflette le nuove richieste della società. In tutti questi anni la città si è estesa proprio in direzione del “Centro” fino ad inglobarlo definitivamente con l’ultimo appalto di edilizia abitativa”.
“Risulta pertanto irrealizzabile la creazione di un qualsivoglia parcheggio, condizione fondamentale e imprescindibile per lo svolgimento di qualsiasi attività. L’individuo e la cittadinanza sono chiamati a generare il loro scenario di futuro tenendo presente come l’attenzione per gli aspetti sociali, possa migliorare un progetto che cerca di comprendere e disegnare le caratteristiche proprie del paesaggio contemporaneo. Le proposte fin qui conosciute non hanno in alcun modo tenuto conto delle problematiche territoriali che si instaurano nel corso del tempo . Si prenda atto – conclude Mario Bellini – che il concetto di paesaggio è in costante trasformazione, non si tratta solo di differenziazione tipologica ma della comparsa di concetti innovativi che vale la pena di considerare.
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