Riceviamo e pubblichiamo un lungo intervento, di cui pubblichiamo ampi stralci, di Paolo Ansideri, sulla ‘querelle’ Universo Assisi.
Partecipando ormai da anni alla vita culturale della città di Assisi, sotto varie forme, mi sento in obbligo di pubblicare il mio punto di vista su cosa sollevi l’intervento dell’assessore Pettirossi relativamente alla questione Universo Assisi, avendo contribuito alla realizzazione di una sua sezione nella presente edizione ed avendo dato un apporto fin dalla sua ideazione, seppure da posizioni diverse nel corso del tempo e delle quali non darò qui conto, se non marginalmente.
Il primo punto che mi sento di evidenziare è l’invito a riflettere da parte di chi legge, sulle forme o meglio i luoghi usati da tutti i protagonisti che si sono susseguiti nell’espressione del proprio punto di vista su quanto in oggetto (…) i social media, gli articoli su carta stampata e i siti online di informazione locale. La partecipazione a tali pratiche, l’uso comune che si fa di tali mezzi e la loro disponibilità all’immediatezza espressiva, li ha trasformati in “strumenti naturali”, assunti ormai come ambito collettivo di normalità e naturalezza, “neutrale” veicolo di relazione interpersonale. (…)
(…) Assisi merita ben altro e le questioni in essere, perché serie ed importanti, vanno tolte dall’acredine e dall’antagonismo emotivo, per accedere a ben altro ambiente.
Sarà il caso di cominciare a porre le basi di una seria discussione sulla dimensione culturale e turistica di questa città di cui non so quanti abbiano percepito le potenzialità internazionali, presi come si è dal controllo del proprio consenso personale locale e immersi nella visione dei soli 5 anni di legislatura. (…) Quanti incontri pubblici su questo tema dell’assetto e politiche culturali della città di Assisi sono stati organizzati dal partito? E le liste civiche che appoggiano l’attuale amministrazione? E quelle di opposizione? (…) Dove è il progetto di città di medio e lungo periodo, che si è dato il Partito Democratico? Questa mia osservazione non è certo un’apertura a chi dall’opposizione è in attesa di azzannare a proprio vantaggio propagandistico ogni minimo dissenso in seno all’amministrazione: chi ha governato in precedenza la città, non ha certo da parte sua dimostrato di aver elaborato una qualche visione strategica. Viceversa per le forze politiche che auspicano per i governi locali e nazionale “pieni poteri” è facile invece immaginare quali sia il modello monolitico di società che prospettano: non l’incontro col sultano, ma una nuova crociata.
Sono stato uno dei componenti del tavolo cultura e ne sono uscito per la totale divergenza con la prassi politica adottata, ma su questo mi sono già ampiamente espresso. Fin dai primi momenti di Universo Assisi avevo manifestato la necessità di una preventiva analisi di valutazione culturale, sociale e economico-turistica dell’evento (bilancio preventivo e analisi di fattibilità), la necessità di coniugare qualità e quantità e la stessa necessità di compromessi iniziali sulla qualità per innalzare successivamente il tenore, una volta guadagnata l’attenzione del grande pubblico.
Ma prima ancora di questa attenzione su Universo Assisi, c’era e c’è da considerare che la nuova disponibilità economica dovuta all’applicazione della tassa di soggiorno, di cui va dato merito all’ex assessore Guarducci, imponeva e tutt’ora impone una seria e preventiva chiarificazione non su quali eventi fare (una delle mie critiche all’allora assessore era proprio sull’idea di un indistinto eventificio i cui esiti sono sotto gli occhi di tutti), ma sull’idea che si deve e si vuole avere dell’Assisi futura nel suo complesso, della politica da adottare per la comunità e la convivenza dei residenti, senza la soggezione al comparto turistico, che va comunque ovviamente tenuto nel debito e rispettoso conto che gli compete: il primato della politica.
(…) Sarà il caso di indire quello che già all’inizio dell’attività amministrativa avevo proposto: giornate dedicate ad un serio dialogo collettivo su queste tematiche, poi però la fretta del fare ha portato alla fabbrica degli eventi, ma il fare senza progetto è solo costruire edifici pericolanti. Assisi può contare su un ceto intellettuale di spessore capace di affrontare la sfida sul futuro della città. Con strumenti scientifici e lontano dalla retorica della partecipazione, si facciano portatori di questo progetto le forze politiche di riferimento dell’area di centrosinistra. (…) Rivolgo quindi a tutti l’appello a dare la propria disponibilità per un appuntamento organizzato fuori dal virtuale, dove confrontarsi in modo civile sui ragionamenti e valori propri di riferimento, per intraprendere la strada che delinei una politica su cultura e turismo minimamente chiara per questa città.
Chiedo al Sindaco Proietti, avendone in privato già parlato, di organizzare quanto prima gli Stati Generali della Cultura e del Turismo della città di Assisi, al Partito Democratico e alle liste civiche che sono al governo di Assisi di intraprendere una seria riflessione sulle linee strategiche di lungo periodo, che non si limitino a un’elencazione di principi, ma che delineati gli obiettivi, siano capaci di scendere in profondità, con ricchezza di analisi e individuazione di tappe intermedie, adottando il metodo della misurazione dei dati e producendo da ultimo uno strutturato progetto operativo con attori ben individuati. Progetto che ha naturalmente nella condivisione di quanto espresso nel Manifesto dei Valori del Pd, il riferimento primo di ogni agire.
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