“Quale è la posizione del Comune di Assisi per il futuro della Società SASE?”. Lo chiede il consigliere di Uniti per Assisi Antonio Lunghi a proposito dell’aeroporto San Francesco.
“Il 3 giugno 2021 è stato convocato il consiglio di amministrazione della Società SASE, gestrice dell’Aeroporto San Francesco di Assisi con a capo il dott. Stefano Orazio Panato che abbiamo avuto modo di ascoltare in video conferenza durante l’approvazione del Bilancio Consultivo 2020. Il Bilancio 2020 della Società chiude con un disavanzo di 1.599.509 € a cui vanno aggiunte ulteriori perdite per 396.307 € del primo trimestre 2021. Le perdite sono sicuramente rilevanti se confrontate anche con il patrimonio netto della società di 1,2 milioni di euro che dipendono, in gran parte, dalla situazioni di crisi pandemica di questi ultimi due anni. Non si comprende come non piano non è inserita la previsione di risorse finanziarie, previste nella Legge di Bilancio 2020 per imprese che abbiano avuto danni da COVID, come affermato da Adriana Galgano”.
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“A questo si deve aggiungere – dice ancora Lunghi – quanto previsto nel nuovo piano industriale, presentato anche questo nei mesi scorsi, che prevede di rilanciare lo scalo con l’apertura di collegamenti esistenti e nuovi. I soci della società sono: Sviluppumbria e Camera di Commercio che hanno complessivamente il 70% delle quote, Unicredit (9,2%), Comune di Perugia (6,25%), Confindustria (5,5 %), Comune di Assisi (2,21 %), ANCE (2,1 %) ed altri con quote minori. Fino ad oggi le perdite sono state coperte dai Soci in proporzione alle quote possedute. Anche il Comune di Assisi ha onorato l’impegno anzi son state acquistate nuove quote considerando la partecipazione alla società strategica per il nostro territorio”.
“In questi giorni sono apparse notizie che alcuni soci rilevanti non avrebbero ripianato le perdite e che non avrebbero partecipato all’aumento di capitale per sostenere il Piano industriale di sviluppo. Ad oggi non ho capito quale è la posizione del Comune di Assisi su questo argomento. Facendo un conto approssimato – sostiene Lunghi – i denari che occorrono per sostenere l’operazione ammontano: per le perdite a circa 35.000 € per il piano di rilancio a circa € 50.000. È una somma rilevante che in questo momento di crisi del settore con una imposta di soggiorno azzerata costituisce sicuramente un problema. Ma lo sviluppo dell’aeroporto San Francesco è fondamentale per la crescita del settore dell’accoglienza del nostro territorio per cui un ragionamento va fatto confrontandosi anche con il Comune di Perugia che ha problemi simili al nostro”.
“I Comuni di Perugia ed Assisi – conclude Lunghi – non possono veder diminuita la partecipazione in una società che svolge un ruolo fondamentale per l’economia dei propri territori e quindi ritengo che occorra aprire un confronto con la Regione su questo tema. Certamente non possiamo sostenere il debito e non contare niente anche se abbiamo una quota del 2,21 %; d’altra parte sappiamo da molto tempo che la crescita del turismo da parte della componente estera dipende essenzialmente dalle infrastrutture aeroportuali esistenti in un determinato territorio. Le elezioni amministrative incombono ad ottobre e questo potrebbe essere un tema da mettere da parte ma ritengo che sarebbe un grave errore non affrontarlo in maniera seria”.
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