A inizio novembre 2017 è uscito il periodico InformAssisi, che riprende un articolo sul Daspo Urbano proposto da Giorgio Bartolini. “L’amministrazione comunale – si legge in un articolo del magazine – in accordo con le altre forze di polizia, può decretare l’allontanamento fino a 48 ore di chi lede il decoro del territorio. Meno efficace sembra lo strumento delle multe che poi non vengono pagate, ma, nel caso di ripetuti abusi, è previsto l’allontanamento per dodici mesi delle persone che li perpetrano. Tale legge prevede altresì che i sindaci abbiano poteri autonomi e stringano patti con gli organi di pubblica sicurezza per prevenire e contrastare lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, il commercio abusivo e l’illecita occupazione di aree pubbliche. Per i vandali è previsto addirittura l’obbligo di rimediare ai danni arrecati alla cosa pubblica: chi sporca pulisce!”. Su InformAssisi si ricorda anche che in città ci sono 83 stranieri, “persone appena arrivate in Italia di cui la Prefettura di Perugia non aveva controllato ancora la loro posizione”, anche questo un numero reso noto dal centrodestra (in particolare dal consigliere Emidio Fioroni) mesi fa.
“Il famoso daspo urbano, quello di un certo impatto – controreplica il consigliere Pd Franco Matarangolo, anch’egli riprendendo un precedente comunicato – è di competenza del questore, che deve ricevere notizia del primo e limitato allontanamento, e che, in caso di reiterazione della condotta e qualora possa derivare pericolo per la sicurezza, può disporre per un periodo non superiore a sei mesi il divieto di accesso a dette aree. È stato già spiegato, prendendo in prestito le parole del questore di Milano, Marcello Cardona, quali siano le ‘caratteristiche’ che portano al Daspo vero e proprio e quando invece è inutile, come nei diversi casi di quelli attivati a raffica da vari sindaci leghisti e di centrodestra del milanese. ‘Le condizioni per l’emissione di un Daspo urbano – queste le affermazioni del Questore Cardona – sono la pericolosità sociale delle condotte di chi viene proposto per il provvedimento e la reiterazione delle azioni. Altrimenti si rischia un’interpretazione impropria del Daspo, che deve essere sempre applicato in modo rigoroso da un punto di vista procedurale’.Continuando nel copia incolla di precedenti articoli, si rappresenta una situazione della presenza di quelli che sono definiti impropriamente rifugiati del tutto priva di allarme sociale: 83 stranieri assistiti da organizzazioni serie su una popolazione di 28.000 abitanti non sono un fenomeno allarmante, quindi basta gridare al lupo, al lupo, così si sporca soltanto l’immagine di Assisi, che è considerata nel modo la città dell’accoglienza per antonomasia. D’altro canto – conclude Matarangolo – cosa ci si può aspettare da chi non può essere considerato erede di Francesco, ma discendente solo di Bernardone”.
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