Non è stata discussa in consiglio comunale la mozione sulle deleghe del sindaco Proietti che secondo Giorgio Bartolini, Emidio Fioroni e Moreno Fortini sono in potenziale conflitto di interessi in quanto Proietti è “ingegnere e socia di tre società operanti nell’ambito delle deleghe che lei stessa si è riservata. La maggioranza di centrosinistra non ha voluto discutere la mozione adducendo motivazioni risibili, in cui non si può essere d’accordo, nel metodo e nel merito”.
Se il sindaco, durante la seduta, ha invitato la minoranza a occuparsi di problemi seri, per Bartolini “La maggioranza di centrosinistra non ha voluto discutere la mozione adducendo motivazioni risibili, in cui non si può essere d’accordo, nel metodo e nel merito. Per il metodo, un parere sulle deleghe del sindaco non lo può dare un dirigente, sottoposto al diretto controllo e valutazione del Sindaco. Insomma si è chiesto al collaboratore dell’oste se il vino è buono. Per il merito, la norma di riferimento è l’art. 78, i primi 3 commi. Queste norme fissano un principio generale e prognostico, determinando una presunzione a monte di conflitto di interessi quando l’assessore e a maggior ragione il Sindaco, con deleghe all’urbanistica e all’edilizia, all’ambiente energia e rifiuti svolgono attività in prima persona o con società di loro riferimento, ritenendole presuntivamente in conflitto, tant’è che li obbliga a non svolgere l’attività. Questa ultima dizione va intesa in senso lato, ovvero, vi è conflitto di interessi quando in questa materia si opera in modo diretto e indiretto, avendo interessi economici”.
Per Bartolini, essendo il sindaco “ingegnere socia di tre società e amministratrice di due che si occupano di cose attinenti alle materie delle deleghe crea un potenziale conflitto di interessi, che la legge censura. Delle due l’una: la sindaca cede le quote oppure cede le deleghe. Diversamente ogni atto del comune potrà apparire privo del carattere della imparzialità e del buon andamento. Insomma è la storia della moglie di Cesare che oltre ad essere onesta deve apparire onesta e della opportunità che la legge ha tramutato in obbligo. Purtroppo l’attuale maggioranza in consiglio comunale, paladina a voce della trasparenza, ha elevato un muro contro la minoranza per evitare la discussione che quindi non ha avuto luogo.
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