Fabrizio Leggio si dimetterà da consigliere comunale (appena l’emergenza lo consentirà). L’annuncio con un lungo status facebook in cui considera “finita” la sua esperienza nel M5S. Al suo posto, qualora le dimissioni verranno formalizzate, entrerà il primo dei non eletti, Alex Trabalza.
“Con il decreto “marzo”, varato ieri – scrive Fabrizio Leggio su Facebook – questo governo ha manifestato chiaramente la considerazione differente che ha nei confronti delle varie componenti dell’economia. È emerso quindi come il mondo degli autonomi, le partite iva, i tanti artigiani, commercianti, piccoli e piccolissimi imprenditori, siano considerati meno degli altri e per questo aiutati meno degli altri. Infatti mentre per i dipendenti c’è la cassa integrazione all’85% dello stipendio, ci sono bonus babysitter per i figli o permessi per stare a casa retribuiti, per gli autonomi c’è un bonus una tantum di 600 euro ( al di sotto della soglia di povertà, meno del reddito di cittadinanza) e nessun tipo di assistenza per i figli e la famiglia. Come a dire: voi autonomi se avete figli, caricateveli sul furgone e portateveli al lavoro”.
“Nel frattempo i contributi e le altre incombenze fiscali che gli autonomi sono chiamati a sostenere, sono rinviate a maggio, come se da maggio per loro fosse possibile pagare i contributi correnti e quelli arretrati sospesi in questo momento. Così come i tanti governi precedenti, soprattutto quelli di sinistra – aggiunge il (fu) consigliere pentastellato – gli autonomi sono visti da questo governo come il solito gregge da mungere e tosare. Probabilmente lo avremmo dovuto capire già dall’atteggiamento messo in campo nella cosiddetta lotta all’evasione, lo scontrino elettronico, il tetto al contante e il Pos obbligatorio. I piccoli commercianti, gli artigiani, gli agenti di commercio, gente che da oltre 10 anni fa i salti mortali per tenere in vita la propria azienda, trattati tutti come fossero yuppies con la barca al mare e i soldi in Svizzera. In pieno stile PD”.
“D’altra parte – aggiunge Fabrizio Leggio – Marattin lo aveva dichiarato pubblicamente tempo fa: i piccoli devono saltare tutti prima o poi. Meglio che vengano scalzati o assorbiti dai grandi, che sono più affidabili e fedeli al fisco (qui la risata collettiva parte spontanea visto che di grandi aziende che ancora pagano le tasse in Italia non ce n’è più neppure l’ombra). Il M5S ahimè, si è completamente appiattito, ha perso o quasi tutte le figure a mio modo di vedere più interessanti, ed è guidato da persone che pur di mantenersi nelle istituzioni il più a lungo possibile per lucrare questi ultimi stipendi che mai avrebbero sognato e che mai più torneranno ad avere, è disposto a rimangiarsi tutto quello che aveva sostenuto negli anni”.
“Sono ormai molti mesi – conclude Fabrizio Leggio – che il m5s mi va stretto, ho iniziato a disaffezionarmi da quando sono state ridimensionate le posizioni anti euro, posizioni alle quali io resto fermamente ancorato. Mi infastidiva la gestione verticistica e l’ epurazione di chi la pensava diversamente. Avevo però deciso di portare a termine il mio mandato di consigliere comunale col m5s, visto che con questo simbolo ero stato eletto e non mi è mai piaciuto chi lascia la nave mentre sta affondando (perché sta affondando, questo è poco ma sicuro). Ma ora proprio non ne posso più”.
“Non ne posso più di essere accomunato a posizioni che non condivido. Considero pertanto la mia esperienza nel M5S giunta al capolinea. La delusione che provo è tanta, così come la rabbia nei confronti di chi ha mandato in fumo questo grande sogno collettivo. Visto che io ci credevo in questo sogno e credevo pure nelle sue regole, ripetutamente stuprate negli anni recenti, seguiranno a questo mio sfogo le dimissioni da consigliere comunale del Comune di Assisi”.
© Riproduzione riservata

