Che fine ha fatto il tavolo operativo post terremoto? Se lo chiede l’ex consigliere Rino Freddii, ricordando come tempo fa avesse invitato i consiglieri assisani ad approvare una specifica mozione (da inviare ai colleghi di Umbria, Marche, Lazio ed Abruzzo – che, oltre ad esprimere solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto, richiedesse al Governo la costituzione di un tavolo operativo al quale far sedere, oltre ai politici e ai tecnici, anche una rappresentanza di cittadini per individuare un percorso concordato, adeguato, chiaro e verificabile affinché ‘ciò che ha cancellato il passato non cancelli anche il futuro’.
Mesi dopo, Freddii prende atto che la sua idea del tavolo operativo post terremoto non è stata raccolta, “ma si è preferito agire individualmente, magari raccomandandosi a qualche santo in Paradiso (Parlamento) più o meno influente. Forse approvando la mozione non sarebbe cambiato nulla, o forse sì, quello che è certo è che nonostante le promesse fatte da tutti i politici che hanno sfilato sulla passerella mediatica, a un anno dal tragico evento che ha devastato parte del Centro Italia, la situazione è tutt’altro che rassicurante, come dimostrano le riprese tv e gli appelli di aiuto di centri piccoli e meno noti colpiti dal sisma.
Freddi ricorda non solo le dichiarazioni del sindaco di Amatrice (secondo cui i lavori sono stati accelerati per la visita del presidente Mattarella) e che “delle 4 mila casette necessarie ne sono state consegnate poco più di 500, le stalle montate sono solo un terzo di quelle richieste, il 90 per cento delle macerie non è stato rimosso, oltre 15 mila sono i sopralluoghi che i tecnici devono ancora effettuare, gran parte della viabilità è a tutt’oggi compromessa e i 3 decreti legge e le 29 ordinanze del Commissario Errani, le ultime delle quali modificano le precedenti, complicano notevolmente l’iter burocratico dei progetti e allungano a dismisura i tempi della ricostruzione”.
Anche per questo, indipendentemente dalla mozione per tavolo operativo post terremoto, Freddi si augura che “Assisi non rimanga indifferente a questa tematica, ma al contrario, forte della professionalità e competenza acquisite sul campo dai propri tecnici e dalle proprie maestranze, diventi parte attiva nell’individuazione delle proposte umbre e perché no, nazionali, affinché il terremoto con cui dobbiamo purtroppo convivere sia sempre meno devastante”.
Fonte: Wikipedia/Screencap YouTube
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