Il nuovo Centro di Ricerca InVita dell’Istituto Serafico di Assisi, coordinato dal Direttore Sanitario Sandro Elisei, ha presentato alla conferenza internazionale di Malta “Psychiatry and the Arts: The nature of the Human Person and the role of Aesthetics in Maintaining Mental Health” i risultati preliminari della seconda fase di indagine relativi allo studio sugli effetti della musica nella epilessia farmacoresistente in soggetti con disabilità intellettiva grave. Si tratta di un’indagine che ha utilizzato l’Elettroencefalogramma allo scopo di individuare eventuali fattori predittivi sull’efficacia terapeutica dell’ascolto musicale. Lo studio è stato realizzato dal team di specialisti del Centro di ricerca InVita del Serafico, composto da: Chiara Bedetti, Patrizia D’Alessandro, Massimo Piccirilli,Moreno Marchiafava, Antonella Baglioni, Domenico Frondizi e coordinato dal Direttore Sanitario Sandro Elisei.
Noto fin dalle origini dell’umanità, negli ultimi venti anni l’utilizzo della musica in diversi disturbi del sistema nervoso e nell’autismo ha dato il via all’uso della musicoterapia nelle patologie neurologiche (Neurologic Music Therapy), le cui applicazioni in campo clinico e terapeutico hanno consentito di sopperire in parte alla mancata efficacia dei trattamenti farmacologici in pazienti affetti da epilessia farmacoresistente. In relazione a questa patologia, i risultati più significativi sono stati ottenuti ascoltando la musica di Mozart. Si parla infatti di “Effetto Mozart”, intendendo un cambiamento dell’attività neurofisiologica ed un incremento delle performance cognitive associate all’ascolto della musica del celebre compositore e una prima segnalazione degli effetti positivi sui pazienti epilettici risale al 1998. Le caratteristiche peculiari che renderebbero la musica mozartiana capace di esercitare tali influenze sul cervello sarebbero quelle di una periodicità a lungo termine (20-60 secondi) e della costante ripetizione di sequenze variate.
L’epilessia è una malattia molto diffusa, colpisce 6 milioni di persone in Europa e circa 65 milioni nel mondo, tanto che è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come malattia ‘sociale’. In Italia ne sono affette circa 500mila persone, con più di 30.000 nuovi casi accertati ogni anno, il cui picco si registra nell’infanzia. I sintomi più conosciuti di questa patologia sono le cosiddette crisi epilettiche, che dipendono da un’alterazione della funzionalità dei neuroni. Nei mesi scorsi il Serafico aveva rivelato come “l’ascolto della sonata K448 in re maggiore per due pianoforti di Mozart ridurrebbe di circa il 21% la frequenza delle crisi epilettiche e, nel 10% dei casi, si è assistito alla loro scomparsa.Nonostante vengano continuamente introdotti nella pratica clinica nuovi farmaci antiepilettici (AED), la terapia farmacologica risulta ancora inefficace per un gran numero di soggetti (epilessia farmacoresistente), con percentuali che vanno dal 6 al 69%]. Recenti studi hanno inoltre dimostrato che l’epilessia, in particolare quella farmacoresistente, si manifesta con una frequenza più elevata nei soggetti con disabilità intellettiva.
“Lo studio che stiamo portando avanti nel Centro di ricerca InVita – dice Elisei – ha l’obiettivo di individuare eventuali fattori predittivi sull’efficacia terapeutica dell’ascolto musicale in pazienti affetti da epilessia farmacoresistente e disabilità intellettiva di grado grave/profondo. Attraverso l’analisi dell’elettroencefalogramma (EEG) che è stata condotta confrontando lo spettro medio in frequenza prima, durante e dopo l’ascolto della musica di Mozart, abbiamo cercato di capire se fosse possibile prevedere chi, dei pazienti presi in esame come campione di riferimento, rispondesse meglio, peggio o non rispondesse affatto alla terapia. Sebbene nessuno dei soggetti esaminati abbia mostrato un peggioramento della condizione clinica, un’efficacia significativa (riduzione superiore al 50%) si è verificata soltanto nella metà del campione. L’altra metà, composta dai soggetti non responders, come condizione di base appare caratterizzata, dal punto di vista clinico, dalla maggiore gravità e più alta frequenza delle crisi epilettiche”.
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